Il cinema per combattere le mafie, la violenza e la sopraffazione. Retorica? Utopia? Slogan ad effetto? E, invece, niente è più concreto del lavoro che in questa direzione compie da sette anni Cinemovel insieme a Libera, di don Ciotti: portare durante l'estate il cinema nelle terre dei mafiosi restituite alla legalità.
 
In un «titolo», Libero cinema in libera terra, il festival itinerante che ha la presidenza onoraria di Ettore Scola e che quest'anno parte da Parigi. Per poi ritornare in Italia dal 2 al 24 luglio per attraversare 11 regioni in 22 tappe con un «pacchetto» di 8 film, selezionati da Fabrizio Grosoli (da L'era legale di Enrico Caria a Mare chiuso di Andrea Segre, passando dal canadese Surviving progress, prodotto da Scorsese).

«Abbiamo scelto Parigi», spiega Elisabetta Antognoni, fondatrice di Cinemovel insieme a Nello Ferrieri, « per portare in Europa la nostra carovana e sottolineare che il tema della legalità e delle infiltrazioni mafiose è un problema che investe tutta l'Europa». Dopo l'Africa, insomma, dove Cinemovel ha mosso i suoi primi passi - Mozambico, Marocco, Etiopia - il progetto continua a crescere, tale da prevedere un'edizione europea per il prossimo anno.
 
Oggi, intanto, a Parigi la carovana partirà con una tavola rotonda su «Cinema e impegno sociale»: ne parleranno Ettore Scola, il regista, «cantore» della classe operaia francese, Robert Guédiguian e Pasquale Scimeca. Per l'occasione saranno proiettati Una giornata particolare di Scola e il suo corto, inedito, '43/'97 - potete vederlo sul nostro sito www.unita.it - in cui il regista, in pochi folgoranti minuti, celebra, diciamo così, il potere del cinema di «salvare» dai razzismi e dalle sopraffazioni. Che poi, spiega ancora Elisabetta Antognoni «è la sintesi, l'anima di Cinemovel: la visione collettiva e il messaggio di integrazione contro ogni forma di violenza e di emarginazione». Un percorso culturale, dunque. Nel quale ad essere coinvolti sono soprattutto i giovani. I tanti, tantissimi che lavorano nelle cooperative di Libera, nate sui terreni confiscati alla mafia.

ETICA ED ESTETICA
«La cultura dà la sveglia alle coscienze - dice don Ciotti - garantisce la libertà delle persone. È la cultura a darci il livello della democrazia di un Paese». In questo senso prosegue il fondatore di Libera « il nostro è un impegno culturale poiché il bene e il bello, l'etica e l'estetica si saldano nell'arte. L'etica è la ricerca dell'autenticamente umano, della responsabilità anzi della corresponsabilità degli uni verso gli altri. Prendersi cura delle persone, ma anche del rispetto di quello che ci circonda, dell'ambiente. Ecco dunque le cooperative che nascono sui beni confiscati alla mafia scegliere il biologico», una scelta etica ed estetica. Che naturalmente si affianca al progetto di Cinemovel, del festival itinerante. «Di questa carovana - conclude don Ciotti - che porta il cambiamento, attraverso il camminare insieme, usando i nostri piedi».
 
Dopo Parigi, la carovana passerà in Italia. E simbolicamente proprio in Lombardia, «confermando l'impegno contro le mafie anche nel Nord Italia - prosegue Elisabetta Antognoni - attraverso l'aggiunta di nuove tappe significative, tra cui Milano e Genova». Come ogni carovana che si rispetti, anche questa di Cinemovel, si porta dietro ogni edizione nuovi partecipanti, associazioni e progetti. Quest'anno, per esempio, ci sarà un «diario di bordo» - lo troverete sul nostro sito - realizzato dalla Onlus Informatici senza frontiere, che racconterà quotidianamente la vita della carovana e le sue tappe. Il viaggio sarà documentato dal regista Salvatore Fronio (quello del provocatorio Votate Provenzano). Chi volesse salire a bordo della carovana, contribuendo - anche con 10 euro - può farlo su www.produzionidalbasso.com.
 
Articolo pubblicato su L'Unità del 24 giugno 2012 a firma di Gabriella Gallozzi.

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