Energia

Ma l'Europa presenta forti limitazioni ad una sua diffusione.

Le compagnie petrolifere e gasiere statunitensi ed europee hanno nel mirino Bruxelles ed hanno avviato una campagna di lobbying  per condizionare le future regole per l'industria del gas da scisti in discussione nell'Unione europea. Laura Weis, di Corporate Europe Observatory (Ceo), spiega che «Nessuna legislazione è stata proposta, ma si è già verificata un'intensa azione di lobbying nel Parlamento europeo e nella Commissione, con  rapporti di finanziamento dell'industria, pubblicità e siti web, volti a dimostrare che lo shale gas non rappresenta una minaccia per l'ambiente o per la salute pubblica ed a promuovere la fiction che sia una fonte di combustibile verde». Il rapporto Ceo "Foot on the gas - lobbyists push for unregulated shale gas" rivela come si stanno muovendo il lobbysti del fraking in vista della votazione del Parlamento europeo sulla necessità regolamentare la fratturazione idraulica per estrarre gas e petrolio.

Intanto dal 2009 in Polonia è stato trivellato il primo di una serie di pozzi di shale gas e negli Usa, dove è iniziata la contestatissima "rivoluzione" del fracking infuria il dibattito tra chi ne evidenzia i pericoli ambientali e sociali e chi dice che rappresenta l'occasione per rendere gli Usa indipendenti dal punto di vista energetico. «Non è solo un dibattito sull'acqua del rubinetto infiammabile, la sicurezza energetica, il cambiamento climatico globale e i prezzi del gas - dice la Weis - ma mette anche a nudo la rete che tiene impigliate industria e politica. Questa discussione ha raggiunto Bruxelles, dove  il Parlamento europeo ed  altre istituzioni dell'Ue sono assediati dai grandi protagonisti  del petrolio e del gas. ExxonMobil, Halliburton, Statoil, Shell, PGNiG, Total, Omv e company. non sono solo stanno cercando di minimizzare gli effetti ambientali e sociali devastanti dello sviluppo del gas da scisto, ma stanno anche cercando di fare del gas il brand dell'opzione dell'energia climate-friendly per un futuro low-carbon».

Ma in cima alla lista dei desideri dell'industria degli idrocarburi c'è la speranza di evitare un quadro normativo per lo shale gas a livello dell'Ue. Gli europarlamentari polacchi, fortemente sostenuti dal loro governo, sono la testa d'ariete della lobby del fracking e stanno tentando di dipingere un quadro roseo dello sviluppo dello shale gas in Europa che secondo loro potrebbe portarci (e soprattutto portare la Polonia) all'indipendenza energetica dalla sempre odiata Russia.

Il rapporto del Ceo mappa il corporate lobbying  e le sue attività nella battaglia politica in corso sul fracking del  gas da scisti in Europa. A fine mese il Parlamento europeo dovrebbe votare due relazioni sulla regolamentazione o meno dello shale gas che dovrebbero segnare solo il primo round della battaglia per la regolamentazione della fratturazione idraulica.

Per gas non convenzionale si intende generalmente lo shale gas, ma  comprende anche il tight gas e il coal gas (coalbed) metano. Lo shale gas è il gas naturale intrappolato nelle formazioni rocciose degli scisti, il che ne rendeva difficile l'estrazione fino all'avvento di due tecnologie combinate: la perforazione orizzontale e la fratturazione idraulica. Per estrarre lo shale gas sono necessarie enormi quantità di acqua contenenti sostanze chimiche che vengono pompate nel pozzo, per "frack", ossia per fratturare il letto dello scisto e spingere il gas alla superficie. Il rapporto Ceo sottolinea che «La maggior parte di questo cocktail tossico rimane sotto terra, dove costituisce un potenziale pericolo per la falda acquifera. Il resto rifluisce nelle acque reflue che possono essere contaminate con sostanze radioattive, a seconda della geologia locale. Lo shale gas è quindi molto più dannoso per l'ambiente del gas naturale convenzionale», come conferma anche il recente rapporto "Food and Water Watch: Fracking: The new global water crisis" pubblicato negli Usa.

In Europa le maggiori riserve di shale gas si troverebbero in Polonia e Francia, ma anche Gran Bretagna, Svezia e Germania dovrebbero nascondere giacimenti significativi. In Francia l'opposizione al fracking è forte e molto diffusa, anche tra le forze di governo, ma è opinione diffusa che in Europa sarà molto difficile replicare il boom del fracking degli Usa che sono diventati un esportatore netto di gas proprio grazie al gas da scisto. La lobby del fracking presenta le risorse europee di gas non convenzionale come una delle ipotesi migliori per compensare il calo della produzione di gas convenzionale, ma la Weis fa notare che anche la International energy agency, nel suo rapporto "Golden Rules for a Golden Age of Gas. World Energy Outlook. Special Report on Unconventional Gas, 2012" ha molti dubbi su questo tentativo di spingere il fracking nell'Ue perché questa presenta dei limiti invalicabili rispetto alla situazione statunitense: «La diversa geologia, la legislazione ed anche la densità di popolazione più alta».

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