Rapporto Ismu

Per il 2011 il dato storico peggiore: solo 27 mila migranti in più, quasi zero, appunto. Il 60% dei minori stranieri è nato in Italia. Tra gli studenti con cittadinanza non italiana, alte percentuali di abbandono scolastico. 1,6 milioni di over 65 entro il 2041. È la fotografia scattata dal XVIII Rapporto sulle migrazioni in Italia a cura della Fondazione Ismu.

Crescita quasi pari "a zero" dei migranti presenti nel nostro Paese rispetto al 2011. Al 1° gennaio 2012, sono 5 milioni e 430 mila i cittadini stranieri regolari e non presenti in Italia, solo 27 mila in più rispetto al 2011. La Fondazione Ismu, che l'11 dicembre ha presentato il XVIII Rapporto sulle migrazioni in Italia a Milano, parla di un vero e proprio tonfo: nel biennio 2008-2009, gli aumenti erano almeno di 500 mila unità. Le cause di ciò sono da ricercare nei contraccolpi della crisi economica, che non solo rendono il Bel Paese meno attraente dal punto di vista lavorativo, ma spingono gli stessi italiani a partire: nel 2011, sono almeno 50 mila i connazionali trasferitisi all'estero, il 9% in più rispetto al 2010. Sommando il totale degli italiani emigrati (4 milioni 200 mila), quindi, con quelli degli stranieri immigrati, il saldo è solo di poco positivo. La comunità straniera più popolosa è quella rumena (più di un milione), seguita da quella marocchina (506 mila) e albanese (491 mila). Gli immigrati irregolari scendono a 326 mila unità rispetto all'anno precedente (117 mila in meno), mentre cresce, seppur di poco, la percentuale degli stranieri disoccupati (dall'11,6% al 12,1%).

Presenze territoriali. Il Nord-Est si conferma come l'area preferita dagli immigrati. La Regione con la densità maggiore è l'Emilia Romagna (10,3 cittadini stranieri ogni 100 abitanti), mentre, per le Province, quelle di Prato, Reggio Emilia, Brescia, Modena e Mantova. Sempre a Nord sono i territori dove più di frequente gli stranieri si stabilizzano. Le Province più capaci di "trattenerli" sono quelle di Bolzano (95%), Genova, Aosta e Imperia (90%), Trento (89%), Milano (88%) e Roma (87%). Al contrario, il Mezzogiorno si presenta come un'area di transito. Così Crotone - che trattiene solo il 32% degli immigrati che hanno ottenuto il permesso di soggiorno nel 2007 -, Caltanissetta (46%), Foggia (50%), Potenza (53%) e Trapani (56%).

Anziani stranieri. Entro il 2041 gli stranieri presenti in Italia aumenteranno di circa 6 milioni, passando dall'attuale 8% al 18% della popolazione. Gli over 65, che oggi sono 100 mila, diventeranno oltre 1,6 milioni entro il 2041, e raggiungeranno i tre milioni a fine 2060.

Lavoratori dipendenti. I migranti in Italia svolgono soprattutto lavori di tipo dipendente e hanno, in media, più contratti temporanei rispetto agli italiani (16,1% lavoratori Ue e 12,8% extra-Ue, contro il 9,6% degli italiani). La maggior parte di essi lavora nel settore industriale (soprattutto quello delle costruzioni), e nove occupati su dieci tra quelli extra-Ue sono operai (otto su dieci quelli Ue). I lavoratori autonomi stranieri sono solo il 14,2% tra quelli extra-Ue (mentre l'11,5% tra quelli comunitari).

Minori. I minori stranieri passano dal 21,5% al 23,9% degli extracomunitari presenti nel Paese. Quelli nati in Italia sono 500 mila e rappresentano il 60% del totale dei minori stranieri.

Alunni stranieri. Gli alunni figli di immigrati iscritti all'anno scolastico 2011/2012 sono 755.939. Sul totale della popolazione studentesca, l'8,4% ha una cittadinanza non italiana. La maggioranza degli iscritti frequenta la scuola primaria, ma l'aumento più significativo si registra in quella secondaria di secondo grado. Le comunità più rappresentate sono quella rumena (141mila), albanese (103mila) e marocchina (96 mila). Le scuole con il più alto numero di alunni con cittadinanza non italiana sono in Lombardia (184.592), Veneto (89.367) e Emilia Romagna (11,5%).

Preferenze scolastiche e abbandoni. Gli alunni stranieri nati all'estero preferiscono gli istituti professionali (40,4%) e tecnici (38%), a seguire i licei classico e scientifico (13,4%). Esattamente il contrario degli studenti italiani, che scelgono i licei classico e scientifico (35%), gli istituti tecnici (33,3%) e quelli professionali (18,9%). Gli studenti stranieri tra i 18 e i 24 anni che hanno abbandonato precocemente gli studi nel 2010 sono il 43,8%, a fronte del 16,4% degli italiani. Il divario è più accentuato tra le ragazze: il 42,1% delle studentesse straniere a fronte del 12,7% di quelle italiane. I ragazzi stranieri invece hanno interrotto prematuramente gli studi nel 45,6% dei casi a fronte del 19,9% degli italiani. Secondo la Fondazione Ismu, questi ragazzi potrebbero ingrossare la fila dei Neet (ragazzi che né studiano né lavorano) e potrebbero diventare, nell'attuale crisi economica e occupazionale, un'emergenza sociale.

Detenuti stranieri sfavoriti. Al 31 agosto 2012 i detenuti stranieri sono il 35,9% della popolazione carceraria (23.773), poco meno rispetto al 2011 quando erano il 36%. Gli stranieri usciti con il piano carceri sono il 27,2% del totale, e più spesso, rispetto agli italiani, sono detenuti senza una condanna definitiva. Ogni 100 condannati stranieri, ci sono altri 82 in attesa di giudizio; per ogni 100 condannati italiani, quelli in attesa di giudizio sono invece 58.

Luigi Riccio

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