Ad oggi sono 156 i paesi che hanno aderito al Trattato di Ottava per la proibizione dell'uso, dello stoccaggio, della produzione e del commercio delle mine antiuomo, così come per la loro distruzione. A livello politico si stanno facendo grandi sforzi per avere una maggiore rappresentanza del Medio Oriente, dell'area nord africana e mediorientale. Si stimano 100 milioni mine antiuomo disseminate in 62 paesi, mentre il numero di quelle introdotte ogni anno sembra collocarsi attualmente fra 500.000/1.000.000 di unità. Negli ultimi 10-20 anni il problema ha assunto dimensioni particolarmente drammatiche per il gran numero di guerre civili e conflitti etnici durante i quali queste armi sono state utilizzate indiscriminatamente e al di fuori delle regole tradizionali d'impiego delle forze armate, che dovrebbero, per lo meno, prevedere la stesura e la conservazione di mappe dei campi minati, utili per la successiva bonifica. Possiamo qui ricordare a scopo esemplificativo, l'Angola, il Mozambico, la Cambogia, l'Afghanistan, la ex Jugoslavia, ecc. L'impatto delle mine antiuomo sulla vita delle popolazioni locali è in realtà devastante dal momento che la loro presenza rende impraticabili l'agricoltura e la mobilità su vasti territori con effetti economici e psicologici enormi. Per non parlare del peso che tutto ciò impone al sistema sanitario e sociale dei paesi più colpiti, le cui condizioni finanziarie, come e' facile immaginare, sono spesso drammatiche. Ma le mine antiuomo non sono le sole protagoniste nella forte campagna di sensibilizzazione che si sta svolgendo in Italia e all'estero. A dicembre 2007 si è tenuta Vienna la terza Conferenza Internazionale per le munizioni cluster. Queste munizioni sono armi micidiali, che inesplose provocano, al pari delle mine antipersona, sofferenze ingiustificabili alla popolazione civile. Nella conferenza si è discussa la bozza del futuro Trattato sulle bombe cluster , trovando un generale consenso, tra i 140 paesi presenti, sulla necessità di standardizzare e monitorare sia l'assistenza alle vittime, alle loro famiglie e comunità, sia gli obblighi legati alla bonifica delle aree contaminate e della distribuzione degli stock entro una determinata scadenza. L'Italia non ha ancora esteso la normativa attuale sulle mine anche alle bombe cluster. Altri appuntamenti importanti seguiranno durante il 2008: a Febbraio la Conferenza di Wellington sulle munizioni cluster in Nuova Zelanda e a Maggio la Conferenza di Dublino sulle munizioni cluster in Irlanda. E' importante continuare a favorire iniziative sempre più forti per onorare gli impegni internazionali assunti facendo pressione, in primis, a livello nazionale sui governi dei singoli stati affinché l'effetto di queste armi "nascoste" non distruggano altre vite umane. Valbona Ndoj

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