Vandana Shiva e Elin Rydstrom alla conferenza su "Donne e agricoltura biologica" al 16 congresso IFOAM

Un accordo al femminile in difesa dell'agricoltura biologica e della salvaguardia della biodiversità in tutto il pianeta è stato siglato oggi al Congresso internazionale dell'agricoltura biologica organizzato a Modena da Ifoam, Provincia di Modena e Aiab Emilia-Romagna. A rappresentare le donne provenienti dal Sud e dal Nord del globo due icone dell'ecologismo: la scienziata indiana Vandana Shiva e la giovane agricoltrice svedese Elin Rydstrom, testimonial di una serie di pubblicità sul latte biologico che l'hanno resa famosa nel proprio paese. L'accordo, siglato davanti alla platea della conferenza su Donne e agricoltura biologica, rappresenta un passo avanti per la ?Rete delle donne e per la sicurezza alimentare e la salvaguardia della biodiversità' nata nel maggio 2007 per iniziativa della stessa Shiva e di altri. Una realtà che ha l'obiettivo di "proteggere- scrive Shiva a proposito della rete- la biodiversità del pianeta e le conoscenze correlate alla biodiversità che le nostre nonne hanno trasmesso": sono queste conoscenze che le donne si impegnano a "consegnare alle generazioni che verranno". Sul palco insieme alle fondatrici dell'accordo anche Donatella Mondin, rappresentante delle donne modenesi impegnate nell'agricoltura biologica, nel ruolo di "possibile ponte- dice la coordinatrice della conferenza Cristina Grandi- tra le donne del sud e quelle del nord del mondo".

Non solo un'affinità elettiva, ma anche un mezzo per l'emancipazione economica e sociale e la tutela della salute: sono questi i motivi per cui il femminile preferisce il biologico. Quest'ultimo, spiega Grandi, "ha una visione e dei valori che pensano al passato e al futuro, in modo uguale e complementare a quello che fanno le donne", madri e da sempre coltivatrici. Per molte donne, soprattutto nel sud del mondo, biologico è sinonimo di una vita migliore per sé e per lo proprie famiglie. A testimoniarlo con esempi concreti ci sono donne provenienti da tutto il mondo: dall'Uganda, dove grazie a un progetto sulla noce di karitè bio "le donne non sono più bocche da sfamare ma persone che portano un reddito a casa", come spiega Edith Kunihira dell'associazione Agro Eco, all'India, dove "grazie all'agricoltura biologica le donne hanno cominciato ad avere un certo controllo sul reddito, i raccolti e il bestiame" dice la ricercatrice Subrahmanyeswari Bodapti. In Africa, come spiega la direttrice dell'Istituto dello Sviluppo Sostenibile dell'Etiopia Sue Edwards, alcune delle erbe infestanti che le donne raccolgono dai campi sono commestibili, e rappresentano una possibilità di sostentamento per i periodi in cui il raccolto è lontano e il cibo in casa comincia a scarseggiare. Una forma di sostentamento che "non si può avere con l'agricoltura industriale: si tratta di un tipo di garanzia alimentare che sono il biologico offre, e si tratta di un cibo di qualità". Avere la disponibilità di sostanze nutritive di un buon livello è importante anche per le troppe donne che ogni anno si ammalano di Aids o che si prendono l'incarico di curare chi si ammala.

Il biologico ha anche un legame che coinvolge le donne in quanto portatrici di vita: inevitabile allora parlare di parto naturale e allattamento al seno con due icone del settore, la levatrice Robin Lim e il medico Michel Odent. Quest'ultimo si schiera contro la limitazione chimica della produzione di ormoni per le madri sottoposte a parto cesareo. Sostanze che in natura la partoriente produrrebbe in gran quantità, e che Odent definisce "ormoni dell'amore: speriamo che un giorno, nelle conferenze tra coloro che desiderano coltivare il futuro, si capisca che questi ormoni non sono inutili ma un tema centrale". Bandire il latte artificiale è una delle parole d'ordine per Robin Lim, che introduce il proprio intervento con un toccante filmato di un parto in acqua. L'allattamento al seno, spiega Lim, "è gratuito, non richiede imballaggio, non deve essere spedito, aumenta la protezione dalle malattie, la salute e l'intelligenza del bambino e elimina le spese mediche. L'unico problema è che nessuno può guadagnarci e specularci sopra". Infine, guai a tagliare il cordone ombelicale subito dopo il parto: il taglio avviene proprio nel momento in cui "la madre si sta innamorando del proprio bambino, e per lui è come una violenza" dice Lim.

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