Secondo uno studio del Norwegian Refugees Council, il numero di persone che hanno dovuto abbandonare le proprie case per cause climatiche è stato tre volte più alto rispetto a quello di chi lo ha fatto a seguito di una guerra. (http://www.valori.it/ambiente/2013-22-milioni-rifugiati-catastrofi-naturali-7891.html)

Le catastrofi naturali sono state responsabili, nel 2013, di un numero di rifugiati nel mondo tre volte superiore rispetto a quello causato dalle guerre. Un ulteriore dato che fa comprendere in modo evidente quali siano le conseguenze del cambiamento climatico. Ad indicarlo è uno studio del Norwegian Refugee Council (NRC), organizzazione umanitaria indipendente che ha specificato come il numero di persone costrette ad abbandonare le proprie abitazioni a causa di eventi climatici estremi sia stato pari a 22 milioni.

Per questo l’associazione ha lanciato un appello al mondo della politica, affinché si impegni per evitare il peggio, a partire dalle discussioni che avranno luogo nel 2015 a livello internazionale sul cambiamento climatico: «I governi devono assicurare - si legge nel rapporto - che le loro scelte tengano in considerazione il problema dei rifugiati, e devono garantire nuove case a chi si vede costretto ad abbandonare le proprie terre, soprattutto se a spostarsi sono popolazioni vulnerabili».

Secondo lo studio, la maggior parte dei rifugiati per calamità naturali è presente in Asia: ben l’80% del totale del 2013. In particolare, sono le Filippine ad aver subito le conseguenze peggiori: soltanto i tifoni Haiyan e Trami hanno costretto 5,8 milioni di persone a lasciare le proprie case.

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