Le imprese sociali verso la costruzione di un nuovo welfare. (http://www.labsus.org/2015/01/impresa-sociale-valore-condiviso-ruolo-di-welfare-e-dimensione-ue/)

Milena Molozzu

Le imprese sociali rappresentano le realtà dinamiche dell’economia che si stanno dirigendo verso un nuovo tipo di business che combina l’interesse economico con la missione sociale, indicando come punto di riferimento la creazione di valore condiviso.

Per dare una visione della dimensione del fenomeno presentiamo il rapporto di AICCON e Regione Emilia Romagna “welfare e ben-essere: il ruolo delle imprese nello sviluppo della comunità”, cui affianchiamo quello della Commissione europea sulle Social Enterprises, che descrive la diffusione delle imprese sociali nell’UE a 29, rivelando i diversi sviluppi e la loro rispondenza a necessità e bisogni sociali peculiari dei 29 Paesi.

"Perseguire obiettivi di natura economica mettendo al centro anche quelli di natura sociale".

Le sfide demografiche del nuovo millennio hanno messo in luce la necessità di adeguare il sistema di welfare, fiore all’occhiello del boom economico post bellico, alle mutate situazioni e bisogni sociali della popolazione europea. Invecchiamento della popolazione, disoccupazione giovanile, crescente fragilità ed “evaporazione” dei legami sociali, conciliazione famiglia-lavoro, precarietà e una sempre più competitiva economia globale sono i connotati della realtà odierna che il sistema di welfare deve imparare a fronteggiare per sostenere le fasce di popolazione più vulnerabili.


Welfare e impresa sociale

Nel rapporto dell’AICCON si sottolinea come sia ormai sempre più comune il pericolo di cadere in una forma di povertà da cui risulta difficile uscire senza il sostegno di una rete. L’economia sociale ha raccolto la sfida e sta plasmando un modo di produrre valore aggiunto da cui traggono beneficio tutti i soggetti presenti sul territorio, grazie alla sua capacità di mettere in connessione bisogni e soggetti, facendo rete. La rigenerazione delle politiche sociali e del sistema di welfare ha mostrato come alla sua base ci sia l’interazione delle sfere pubblico-istituzionale, commerciale e della società civile, nell’ottica della sussidiarietà circolare che rende permanente e solido l’impegno delle parti. Il modello è facilmente replicabile e si riscontra la capacità di creare coesione sociale, diffondere e ampliare i processi di innovazione; in ottica sistemica favorisce la competitività dei territori e rappresenta un fattore di resilienza ai momenti di criticità socio-economica, vista la capacità di incontrare i bisogni delle politiche pubbliche prestando servizi di pubblica utilità.


Il valore condiviso del welfare di comunità

La Regione Emilia Romagna è impegnata da tempo a sostenere e ad individuare le buone prassi del welfare di comunità. La cooperazione tra i soggetti, che con i Patti di collaborazione (riferimento al Regolamento per i beni comuni realizzato da Labsus) decidono di condividere sia mezzi sia fini, è la modalità di azione che collauda un processo inclusivo tra le diverse sfere – pubblica, privata for profit e non profit – che crea un virtuosismo e scongiura un futuro collasso del sistema di welfare, come avvenuto nel caso dei recenti tagli finanziari compiuti in periodo di crisi. “Il punto di riferimento teorico è il valore condiviso. Questo indica una nuova modalità per perseguire obiettivi di natura economica mettendo al centro anche quelli di natura sociale. L’impresa che assume ha alla base del suo agire il concetto di valore condiviso, mette in campo le strategie, le tecnologie ed i processi atti a coinvolgere sistematicamente tutti gli individui che compongono il proprio ecosistema (dipendenti, clienti, partner, fornitori) nella massimizzazione del valore scambiato”.


L’ecosistema delle imprese sociali nell’UE a 29

La Commissione europea ha pubblicato il 31 ottobre scorso ”A map of enterprises and their eco-system in Europe“, il rapporto che intende individuare i connotati delle imprese nei paesi della UE a 29 e da cui emerge l’ecosistema europeo di imprese sociali. Si parte da una definizione ampia e comunitaria di impresa sociale: quell’impresa che persegue uno o più scopi sociali, mantenendo un’attività economica continuativa, la cui governance è autonoma, inclusiva e la distribuzione del profitto è limitata, di modo che il profit residuo venga reinvestito nel ciclo economico.

Ciò che emerge di avvincente è che meno dell’1 percento della popolazione comunitaria risulta impiegata nel settore e, tuttavia, questa esigua percentuale tende a coprire un ruolo di straordinario interesse poiché le imprese sociali impiegano i gruppi svantaggiati e marginalizzati dalla società, offrono servizi di interesse comune, tutelano spazi pubblici e ambiente, rivelando la capacità di rafforzare la democrazia, i diritti civili e la partecipazione digitale e favorendo una economia solidale con i PVS (es. il Fair trade). Da ciò si può intuire come mai sia risultato significativamente maggiore il finanziamento del settore pubblico rispetto a quello privato all’interno dei bilanci delle imprese sociali in tutta l’UE a 29.

Il welfare di comunità rappresenta la costituzione di territori socialmente responsabili che, in un’ottica di sussidiarietà circolare, valorizzano pratiche inclusive e stimolano azioni integrate delle istituzioni presenti – tessuto di imprese, amministrazioni, società civile-, per concorrere al ben-essere della comunità locale condividendo mezzi e fini.

Scarica i rapporti in allegato:

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