La Commissione Affari Sociali della Camera ha adottato il testo definitivo dell’art.1 della Riforma del Terzo Settore, intitolato “Finalità e oggetto” (della riforma). (http://www.uneba.org/riforma-del-terzo-settore-la-commissione-affari-sociali-decide-cosa-terzo-settore/)

Rispetto al testo originario del disegno di legge 2617 “Delega al Governo per la riforma del Terzo Settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale”, di cui è relatore l’onorevole Donata Lenzi, c’è stato un solo cambiamento.

“L’unica cosa che è stata cambiata – spiega Luigi Bobba, presidente della Commissione e sottosegretario alle politiche sociali- e che è migliorativa, riguarda il tentativo di delineare un perimetro più chiaro del Terzo Settore al comma 1. Adesso è specificato che per Terzo Settore si intende «il complesso degli enti privati costituiti con finalità civiche e solidaristiche che, senza scopo di lucro, promuovono e realizzano attività d’interesse generale, anche mediante la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale realizzati anche attraverso forme di mutualità, in attuazione del principio di sussidiarietà»”.

Il testo originale faceva riferimento agli “enti privati del Terzo settore e attività che promuovono e realizzano finalità solidaristiche e d’interesse generale, anche attraverso la produzione e lo scambio di beni e servizi di utilità sociale, in attuazione del principio di sussidiarietà”.
MA E’ANCORA LUNGA… Si tratta in ogni caso di un primo passo nel lungo cammino per arrivare alla vera Riforma, e alle concrete conseguenze per gli enti.

La Commissione dovrà approvare tutti gli articoli del testo, ed in particolare il corposo articolo 2 “Principi e criteri direttivi generali”. Nell’esame del testo i deputati potranno tenere conto delle osservazioni e proposte di modifica presentate da Uneba, anche a seguito del convegno sulla Riforma del 22 novembre 2014 a Firenze.

Una volta approvati tutti gli articoli, il testo arriverà alla Camera: a marzo, prevede Bobba. Servirà a quel punto l’approvazione della Camera, e poi quella del Senato su testo identico. Sarà allora pronta la legge delega, cioè le indicazioni di massima per il governo. Il governo, a quel punto, dovrà emanare i decreti legislativi, scendendo nel dettaglio della norma.

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