Le Acli spiegano la riforma del sistema bancario italiano.

Scritto da Marta Simoni

Il Senato con 155 sì e 92 no ha votato la fiducia posta dal Governo sul decreto (Investment Compact) che, all’articolo1, prevede la riforma delle banche popolari maggiori. In base al provvedimento i 10 istituti con più di 8 miliardi di attivo dovranno trasformarsi in società per azioni.

Una volta che il decreto sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, bisognerà attendere le disposizioni attuative di Bankitalia. Dopodiché questi istituti avranno 18 mesi di tempo per attuare la trasformazione.

Per evitare scalate, durante la fase transitoria che porterà i 10 maggiori istituti a trasformarsi in spa, nel testo votato alla Camera è stata introdotta una clausola che fissa al 5% il tetto ai diritti di voto nelle assemblee per i primi due anni.

La seconda forma in cui si è articolata in Italia la cooperazione in ambito bancario, quella delle Banche di credito cooperativo (Bcc), non è stata invece toccata dal decreto.

Tutti i dettagli per approfondire come cambia la governance delle banche popolari, con i consueti contenuti ipertestuali e tre infografiche riepilogative della riforma, nel Dossier n. 12 della fondazione Achille Grandi per il bene comune delle Acli.

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