Nel suo secondo anno di vita l’organizzazione approda a Roma e a L’Aquila. Lo scopo è riqualificare le scuole grazie al contributo e alla collaborazione di alunni e genitori. (Scopri di più su: http://www.labsus.org/2015/08/s-o-s-scuola-la-scuola-che-diventa-bene-comune/)

Martina Capobianchi

“S.O.S. Scuola” nasce nel 2014, ideata dall’associazione Alveare per il sociale, presieduta da Paolo Bianchini. L’acronimo S.O.S. sta per “Scambiamoci Orizzonti per Sognare”, e racchiude in tre parole lo spirito del progetto: riqualificare le scuole delle zone più difficili del nostro Paese coinvolgendo alunni e genitori, per far sì che possano loro stessi contribuire alla costruzione di un futuro migliore a partire da quei luoghi che segnano lo sviluppo di bambini e ragazzi.

L’obiettivo del progetto è trasformare gli istituti scolastici in cantieri di creatività, gioco e interventi estetici e di manutenzione che coinvolgano studenti, genitori, artisti e volontari pubblici e privati; in poche parole, insomma, lo scopo è rendere le scuole dei beni comuni, luoghi accoglienti costruiti dal basso, a partire dalla collaborazione dei cittadini.

Il primo intervento di riqualificazione a cura di S.O.S. Scuola è stato portato a termine in Sicilia nel 2014, presso il Liceo linguistico statale Ninni Cassarà di Palermo. Il risultato è stato un immenso successo che ha portato non solo alla rigenerazione dell’istituto scolastico, ma anche alla nascita di un’associazione di promozione sociale, “Il bar del Cassarà”, e di una web serie con lo stesso nome, ispirata all’azione e alla passione dei ragazzi che hanno dato nuova vita alla scuola palermitana.

Durante lo scorso anno, S.O.S. Scuola ha poi portato il suo contributo all’istituto comprensivo statale di Arsoli, in provincia di Roma, e all’inizio del 2015 il Parlamento europeo ha assegnato al progetto il “Civi Europaeo Premium”, con cui ogni anno vengono premiati cittadini e organizzazioni che rendono concreti i valori sanciti nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.


Le tappe di quest’anno

Nel 2015, in particolare nel mese di luglio, S.O.S. Scuola ha organizzato campus ed interventi nel Lazio ed in Abruzzo. Oltre ad essere tornati all’istituto di Arsoli per nuovi eventi in collaborazione con l’Accademia delle belle arti di Sassari, il progetto quest’anno ha riguardato l’istituto Pio La Torre di Roma e la scuola materna Gianni Rodari a L’Aquila, ospitata ancora, a sei anni di distanza dal devastante terremoto, da un MUSP (Modulo ad Uso Scolastico Provvisorio, in pratica container).

A Roma l’istituto Pio La Torre, che raccoglie una scuola primaria, le scuole medie ed il liceo Gassman, ha visto la creazione di una ludoteca, di una sala cinema–teatro, di orti, giardini ed interventi di street art, tra i quali il murale di Davide Vecchiato, in arte Diavù, noto e stimato street artist.

A L’Aquila, invece, ActionAid e Viviamolaq hanno contribuito al progetto S.O.S. Scuola trasformando le strutture della materna “Rodari” da grigi container a colorati luoghi all’interno dei quali stimolare la creatività e la curiosità delle generazioni future.

Ma non è tutto. Le prospettive per il futuro sono confortanti: secondo le dichiarazioni di Davide Faraone, sottosegretario al Miur, dal prossimo anno il progetto S.O.S. Scuola potrà diffondersi nelle zone più bisognose del nostro Paese grazie alla stipulazione di un Protocollo d’intesa tra lo stesso Miur e l’associazione Alveare per il sociale.

S.O.S. Scuola è solo uno dei tanti progetti in Italia dedicati alle scuole e dei quali Labsus più volte si è occupata. Nell’ambito della costruzione di beni e spazi comuni, infatti, le azioni dei cittadini attivi che riguardano gli istituti scolastici sono numerosi: dalla riqualificazione delle parti degradate di un istituto a Sarzana (La Spezia), passando per Bologna e Grosseto, dalla progettazione partecipata di un giardino a Ferrara al progetto di un Regolamento comunale sulle “scuole condivise” a Roma fino a Rock Your School. E molti altri ancora.

E questo crescente interesse verso la progettazione condivisa e partecipata degli ambienti scolastici è segno di quanto sia sentita forte la necessità di educare le prossime generazioni a percepire la cittadinanza attiva, la collaborazione e la solidarietà sociale come comportamenti naturali, e far sì che in futuro le reti sociali nascano quasi spontaneamente da valori profondamente acquisiti e radicati nella comunità.

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