Il WWF Italia è stupito e rammaricato per la richiesta di maggiore autonomia decisionale nella gestione dell'orso, contenuta nella nuova mozione presentata nell'ambito della seduta delle assemblee legislative delle Province di Trento, Bolzano e il lander austriaco del Tirolo.

 Il WWF considera inopportuni e imbarazzanti i contenuti e lo spirito di questo documento e invita le Amministrazioni a non tenerne conto, proseguendo invece con i programmi in corso, dando adeguato spazio e considerazione al lavoro che da anni si sta portando avanti con tanta serietà.
  
Ancora una volta si affronta con leggerezza un tema che richiede attenzione e grande conoscenza della realtà territoriale e delle abitudini degli animali interessati. Il testo della mozione ripropone ancora una volta il tema dei cosiddetti orsi problematici, enfatizzandone i danni, la pericolosità e l'incompatibilità con le attività umane e non apportando alcun nuovo elemento di progresso. Il tutto contiene dati scientificamente molto discutibili e non aggiornati. Viene addirittura introdotta una caratteristica di territorialità degli orsi, che non ha corrispettivi nella letteratura scientifica. Vengono riportati dati prettamente soggettivi come se fossero oggettivi: Si parla con leggerezza della non accettazione di questi animali presso le aree rurali, presso gli operatori turistici, alla paura dei turisti, alla sofferenza patita dalle prede, a valutazioni sull'efficacia delle recinzioni elettrificate o delle azioni di dissuasione. Il documento arriva addirittura a chiedere la sospensione di un progetto di reintroduzione che è oramai terminato da anni.
 
La realtà vede una accettazione diffusa e un riconoscimento del valore di questa ricchezza territoriale, e grande attenzione al tema dell'orso da parte di operatori turistici e cittadini, anche se vi sono ancora reali e evidenti problemi di convivenza ma che sfociano in un conflitto non così significativo come si vuole fare credere. La stessa efficacia delle opere di prevenzione danni è dimostrabile dati alla mano, anche se ovviamente non può essere completa.
 
Il tema dei rapporti tra Uomo e Orso è al centro dell'attività delle istituzioni, delle associazioni e di progetti specifici, che si muovono però con grande serietà, nell'ambito di dati reali , comprovati da indagini scientifiche e che fanno emergere quei dati certi su cui ogni indirizzo di gestione deve basarsi. Gli sforzi compiuti ad esempio per distinguere in modo univoco un orso realmente problematico da un orso "semplicemente" dannoso e di stabilire azioni specifiche di risposta per ogni atteggiamento dell'orso sono un esempio del lavoro che gli addetti stanno facendo, con evidenti risultati. Anche il rapporto tra orso e popolazioni locali è sotto attenta osservazione attraverso sondaggi e attività di informazione e sensibilizzazione.
Questi sforzi rischiano di essere resi vani da affermazioni non competenti e strumentalizzazioni come quelle contenute nel documento, confondendo le opinioni e le paure con i dati oggettivi.
 
La grande maggioranza degli orsi che si trovano in Trentino e su tutte le Alpi causano pochissimi e sporadici problemi di convivenza con l'uomo, mentre solo qualche individuo in passato ha mostrato atteggiamenti non graditi. Le amministrazioni hanno agito per minimizzare il conflitto e massimizzare gli apporti positivi della presenza dell'Orso, agendo sul piano della sensibilizzazione, della comunicazione, mettendo a disposizione recinzioni elettrificate, rimborsando completamente e velocemente i danni, portando avanti attività dissuasive verso particolari orsi, fino a rimuovere orsi che si sono ritenuti non recuperabili.
 
In particolare, la tutela di una specie di importanza europea come l'Orso richiede un coordinamento vasto, serio e scientificamente supportato, come quello che si sta cercando di ottenere nel progetto Life Arctos appena iniziato a cui partecipa anche il WWF, che pone al centro proprio il tema della convivenza e non prevede nuovi rilasci. Le evidenti differenze esistenti tra una realtà e l'altra, tra un sistema di gestione della montagna e l'altro, devono dunque essere oggetto di confronto e contribuire a un obiettivo comune e non essere occasione per rimarcare differenze localiste e amministrative che non possono riguardare la gestione della fauna selvatica, tanto più se riferita a specie che sono patrimonio di tutti i cittadini europei e non solo di qualche istituzione o governo locale.

Partner della formazione

ConfiniOnline fa rete! Attraverso la collaborazione con numerosi enti profit e non profit siamo in grado di rivolgere servizi di qualità a costi sostenibili, garantendo ampia visibilità a chi supporta le nostre attività. Vuoi entrare anche tu a far parte del gruppo?

Richiedi informazioni