Non appena è stato aperto un corridoio umanitario che ha consentito l'accesso alle delle Nazioni Unite e alle altre agenzie internazionali, l'UNICEF e il PAM (Programma Alimentare Mondiale) hanno prontamente distribuito nella città di Gori 15 tonnellate di alimenti, acqua potabile e kit igienici per 400 famiglie.

Sheldon Yett, responsabile del team UNICEF a Gori, ha descritto questa città come una città fantasma: «Gli edifici sono danneggiati dalle granate e ci sono segni di saccheggio diffuso».

«C'è un urgente bisogno di fornire al più presto cibo alle persone colpite. Siamo preoccupati soprattutto per le persone che vivono nei villaggi a nord della città di Gori» ha detto David Tkeshelashvili, Ministro per gli Affari Regionali, durante una riunione di valutazione con lo staff dell'UNICEF. Secondo il team dell'UNICEF nel centro di Gori le scuole e gli asili sono rimasti intatti, mentre nei villaggi fuori città gli edifici scolastici non sono agibili.
L'UNICEF è stato informato dai funzionari del governo georgiano che le scuole e gli asili nei villaggi a nord della città di Gori sono andati distrutti. La situazione è la stessa anche nel sud dell'Ossezia. Sheldon Yett ha detto che una delle priorità dell'UNICEF è quella di permettere ai bambini di tornare a scuola, per dare loro un senso di ritorno alla normalità: «Abbiamo predisposto kit scolastici e ricreativi sufficienti per 40.000 bambini sfollati».

Il team ha visitato anche due ospedali dai quali 13 bambini sono stati trasferiti a Tbilisi. Gli ospedali non sono stati colpiti dagli scontri. L'UNICEF ha discusso con le autorità di Gori del problema delle mine anti-uomo e degli ordigni inesplosi, mobilitando tempestivamente le risorse per dare il via ai programmi di educazione e sensibilizzazione sulla pericolosità del fenomeno.

Secondo le stime delle Nazioni Unite in Georgia sono oltre 128.000 le persone sfollate in seguito al conflitto, di cui il 60% bambini e donne. La maggior parte degli sfollati hanno trovato riparo nei circa 600 centri di accoglienza a Tbilisi.

Inoltre altre 30.000 persone sono fuggite nella Federazione Russa. A seguito della crisi, l'UNICEF ha prontamente attivato i suoi uffici a Tbilisi - in Georgia - a Mosca e Vladikavkaz (Nord Ossezia - Federazione Russa).
Per questa emergenza in Georgia, l'UNICEF ha il coordinamento nel settore acqua e igiene e un importante ruolo nell'ambito della protezione e della salute/nutrizione.

Per fronteggiare l'emergenza umanitaria, nell'ambito del "Flash Appeal" congiunto delle Nazioni Unite, l'UNICEF ha lanciato un appello di raccolta fondi per 6,4 milioni di dollari USA per fornire immediata sussistenza ai bambini e alle donne.

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