Dossier statistico Immigrazione 2008 - Scheda su Lombardia e area milanese (Fonte: Caritas)

Gli stranieri in Lombardia
I cittadini stranieri presenti in Lombardia al 31.12.2007 sono oltre 953.600 in base alla stima massima calcolata dal Dossier Caritas/Migrantes. Come in passato, anche nel 2007 la Lombardia si conferma come la prima regione italiana per numero di immigrati regolarmente soggiornanti (23,9% del totale nazionale).
Rispetto all'anno precedente sembra registrarsi, invece, il sorpasso della provincia di Milano (con oltre 414.800 stranieri, il 10,4% del totale nazionale) a danno di quella di Roma che, con oltre 404.400 presenze (10,1%), perde il suo primato nazionale.
Rispetto alla ripartizione territoriale dei permessi di soggiorno, si conferma anche quest'anno il trend di riduzione della quota percentuale di Milano che è passata dal 49% del 2003 all'attuale 43,5%. Il restante 60% circa si distribuisce nelle altre province con porzioni decisamente inferiori al 5%, con l'eccezione di Brescia (16,5%), Bergamo (10,7%) e Varese (6,9%).
Rispetto alle aree di provenienza, in base agli ultimi dati Istat aggiornati all'1.1.2008, i cittadini stranieri residenti in Lombardia provengono in prevalenza dall'Europa (37,4%), segue l'Africa (28,5%), l'Asia (21,1%), l'America (12,9%) e l'Oceania (0,1%).
Scendendo nel dettaglio, la graduatoria dei principali paesi di provenienza è la seguente: I. Romania con 95.698 presenze, II. Marocco (89.127), III. Albania (82.170), IV. Egitto (49.059) e V. Filippine (38.873). Rispetto allo scorso anno si nota l'impennata dei cittadini provenienti dalla Romania che sono balzati dal terzo al primo posto della classifica passando da 56.295 a 95.698 residenti registrando un aumento del 70%. Si stanno, quindi, rendendo evidenti le conseguenze dell'ingresso della Romania nell'Unione Europea all'1.1.2007, almeno a livello regionale.
A livello di Comune di Milano, invece, non siamo ancora di fronte alla paventata invasione dei neo-comunitari, in quanto le nazionalità più rappresentate rimangono sempre le stesse, più o meno nel medesimo ordine degli anni passati, ossia: Filippine (28.020 pari al 15,9%), Egitto (22.946, 13%), Cina (14.723, 8,4%), Perù (14.063, 8%) ed Ecuador (12.343, 7%). La Romania è passata dall'ottavo al settimo posto in graduatoria: i cittadini provenienti da questo paese in sei anni sono, infatti, triplicati passando dai 2.260 del 2001 ai 7.895 del 31.12.2007. Anche i cittadini provenienti dalla Bulgaria, dopo l'ingresso nell'Unione Europea, sono aumentati registrando però valori decisamente più bassi: nel 2006 erano 973, mentre nel 2007 sono diventati 1.079 avanzando di due posti nella graduatoria dei paesi di provenienza (dal 27° al 25°). Va infine riconosciuto che l'area UE a 27 ha subito un rilevante incremento (+77,9%) mentre sono calate le presenze dei cittadini europei extracomunitari (-31,7%).

La scuola e gli alunni stranieri in Lombardia
Oltre alla famiglia, la scuola ha un'importante funzione di integrazione delle nuove generazioni. Nel caso degli immigrati questo è particolarmente evidente in quanto, se la famiglia assume normalmente il ruolo di incarnare la tradizione e la cultura del paese d'origine, la scuola è il principale strumento di inserimento delle nuove generazioni di immigrati nel paese ospitante. A scuola i ragazzi stranieri imparano la nuova lingua, fondamentale strumento di accesso alla nuova società, ai suoi usi e costumi; a scuola, per la prima volta essi si accorgono delle differenze tra la propria etnia, cultura e consuetudini e quelle del paese ospitante; a scuola sperimentano la partecipazione o l'esclusione dalla nuova comunità costituita innanzitutto dal gruppo dei pari e dagli insegnanti.
Inoltre, la scuola è uno di quegli ambiti nei quali la presenza dei minori immigrati risulta più visibile anche agli occhi degli autoctoni. Per quanto riguarda l'inserimento scolastico delle seconde generazioni, i dati più recenti confermano un'aumentata domanda. La presenza di alunni stranieri nelle scuole italiane è caratterizzata da un trend in continua crescita. Infatti, com'è stato detto, la popolazione scolastica immigrata "cresce di anno in anno, ma è a partire dall'a.s. 1990/91 che riceve la prima spinta più consistente, registrandosi un aumento di circa 5.000 unità; nuove e più cospicue sollecitazioni arrivano dall'a.s. 1997/98, anche conseguentemente alle vicende dei Balcani".
In base ai dati Ministero dell'Istruzione (elaborati dal Dossier Immigrazione Caritas/Migrantes) nell'ultimo anno considerato, ossia il 2007-08, gli studenti di cittadinanza non italiana sono in Italia 572.621; si tratta di una crescita esponenziale. Nell'a.s. 1999-00 erano 119.679 (dato Istat): rispetto ad oggi l'aumento è stato pari a quasi il 400%, nello stesso periodo l'incidenza degli studenti stranieri su tutti gli studenti italiani è passata dall'1,5% al 6,4%. In Lombardia, nello stesso periodo, si è passati da 30.243 alunni con cittadinanza non italiana a 137.444, con un incremento pari al 350%.
L'incidenza sugli studenti italiani, però, è aumentata maggiormente rispetto alla situazione nazionale, passando dal 2,7% al 10,3%. Per quanto riguarda la presenza degli alunni di origine straniera nelle scuole statali e non statali di ogni ordine e grado essa è distribuita in modo disomogeneo sul territorio italiano: una forte concentrazione di studenti con cittadinanza non italiana si registra soprattutto in alcune regioni del Nord quali Lombardia, Veneto, Emilia Romagna.
La Lombardia è la prima regione per quanto riguarda la numerosità delle presenze (137.444 pari al 24% dell'intera popolazione straniera nelle scuole a livello nazionale), mentre è la terza relativamente all'incidenza sulla popolazione scolastica complessiva (10,3%).
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale degli studenti stranieri in Lombardia, dal punto di vista numerico, essa segue, com'era ovvio aspettarsi, la distribuzione delle presenze dei cittadini stranieri in generale, con la maggiore concentrazione nel capoluogo (38,8%), seguito dalle tre grandi province di Brescia (17,1%), Bergamo (11,7) e Varese (7,1%).
Inoltre, la provincia di Milano con i suoi 53.387 alunni stranieri è la prima per numerosità non solo in Lombardia, ma anche a livello nazionale. Se, invece, si considera l'incidenza degli studenti stranieri sulla popolazione scolastica complessiva, tale primato spetta alla provincia di Mantova (15,4%) sia in Lombardia, sia in Italia. Seguono, a livello lombardo, le province di Brescia (13,2%), Cremona (12,7%), Lodi (11,3%) e Milano (10,2%). Con l'eccezione della provincia di Sondrio (4%), tutte le province della Lombardia si attestano su un'incidenza superiore alla media nazionale (6,4%).
Gli studenti stranieri presenti nelle scuole di Lombardia provengono innanzitutto dall'Europa (35,1%), in particolare dall'Europa centro-orientale, dall'Africa (28%), dall'Asia (19,9%) e dall'America (16,9%). La graduatoria delle prime cinque cittadinanze di provenienza degli alunni stranieri in Lombardia vede il primato del Marocco con il 13,4% delle presenze, seguito da Albania (12,6%), Romania (10,3%), Ecuador (5,5%) e India (4,6%). La cittadinanza più diffusa a livello provinciale è quella marocchina dato che è la prima per numero di presenze in cinque province su undici: Bergamo, Como, Lecco, Mantova, Sondrio. La cittadinanza albanese prevale in provincia di Brescia e di Varese, mentre quella rumena primeggia a Lodi e Pavia. Emergono le specificità di Milano, dove invece prevalgono gli alunni provenienti dall'Ecuador, e di Cremona con gli indiani.
Rispetto alla distribuzione degli studenti stranieri nei diversi ordini di scuola, la maggiore concentrazione si registra a livello di scuola primaria (38,7% pari a 53.210 alunni); seguono la scuola secondaria di I grado (21,5%, 29.548), la scuola dell'infanzia (21,2%, 29.071) e la secondaria di II grado (18,6%, 25.615).
Soffermandoci sulla scuola secondaria di secondo grado, si nota che è cresciuta al suo interno anche l'incidenza degli studenti stranieri sul complesso della popolazione totale passando dal 6,2% al 7%. Tale incidenza è particolarmente elevata in provincia di Mantova (8,8%), Brescia (8,3%), Cremona (8,1%) e Milano (8,0%). Riguardo alla distribuzione degli studenti con cittadinanza non italiana nei vari indirizzi di scuola secondaria di II grado, essi frequentano prevalentemente (84,2%) o gli istituti professionali (43,2%) o gli istituti tecnici (41%). Gli indirizzi liceali e artistici insieme sono scelti solo dall'11,4% degli alunni stranieri. Le due nazionalità a cui appartengono i due gruppi più numerosi di studenti stranieri a questo livello sono quelle albanese e rumena.

Conclusioni
Come emerge chiaramente dai dati appena riportati, la presenza di alunni stranieri è decisamente aumentata nel corso degli anni sia in termini di numero totale che di incidenza sulla popolazione autoctona: oggi in Italia circa 1 bambino su 20 è di cittadinanza non italiana, in Lombardia 1 su 10. L'inserimento e l'integrazione del minore straniero non può essere data per scontata e non si improvvisa. Negli ultimi anni le istituzioni scolastiche e gli insegnanti hanno costruito e sperimentato, con fatica, con competenza e spesso scarse risorse, modalità di inserimento e strumenti didattici mirati. Si ritiene, quindi, utile ricordare gli strumenti attualmente in atto che costituiscono delle "buone prassi" finalizzate all'inserimento dei minori stranieri a scuola:
- innanzitutto, la cura e l'attenzione riservata al momento dell'accoglienza: si intende far riferimento a tutta quella serie di strumenti e disposizioni messi in atto dalle singole scuole all'arrivo di un nuovo alunno straniero. Predisporre dispositivi mirati - come ad esempio materiali bilingue di presentazione della scuola, formare personale che accolga i genitori dei minori immigrati e li aiuti a comprendere l'organizzazione della scuola, i modi e i tempi dell'inserimento, ecc. - "oltre ad avere un'utilità pratica nel favorire l'organizzazione scolastica, la conoscenza reciproca e l'inserimento dei nuovi alunni, permette pertanto di lavorare da subito sul 'benessere' di ragazzi e insegnanti, eliminando il più possibile ostacoli (linguistici, comunicativi, organizzativi?) creando legami e ponti, ponendo attenzione sul neoarrivato come soggetto (e non oggetto) dell'inserimento";
- la presenza di figure professionali come i mediatori e i facilitatori. L'utilità di tali figure è riconosciuta da tutti: per questo desta molta preoccupazione la loro sistematica riduzione nel corso degli anni. Ad esempio, il Centro Servizi Amministrativi di Milano (ex Provveditorato agli Studi) per l'a.s. 2007-08 ha disposto l'utilizzo nelle scuole della provincia di Milano di 98 docenti su progetti per alunni stranieri e nomadi. In passato, nell'anno scolastico 1999- 00, i facilitatori e i mediatori linguistici per l'integrazione degli alunni nomadi e stranieri nella provincia di Milano erano 447. Si assiste pertanto al paradosso per cui all'aumento degli alunni - passati, negli anni indicati, a Milano e provincia da 22.075 a 53.387 - è corrisposto non un aumento bensì una diminuzione del numero di insegnati su progetto. Il rapporto alunni-insegnanti, che nel 1999-00 era di 1 a 50, nel 2007-08 è pari a più di 1 a 500;
- altre risorse. Esse sono l'insegnamento dell'italiano come lingua seconda, la conoscenza delle culture "altre" tramite narrazioni, drammatizzazioni, momenti musicali, ecc.; la didattica dei punti di vista che parte dalla consapevolezza che il proprio sguardo sul mondo non è che un punto di vista tra tanti, un approccio da confrontare con altri; l'educazione alla pace e allo sviluppo; l'esperienza dei doposcuola, ossia di realtà interne o esterne alla scuola che si preoccupano in orario extrascolastico di aiutare i minori immigrati nell'attività pomeridiana dei compiti o nell'animare i loro periodi estivi e di vacanza, evitando in tal modo che i ragazzi stranieri siano lasciati soli, senza nessuno che si possa occupare di loro.

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