Le prime della classe sono risultate Germania, Regno Unito e Francia, che hanno già raggiunto i rispettivi obiettivi nazionali per il Protocollo di Kyoto.L'Italia resta ferma al quarto posto per il terzo anno consecutivo, collocandosi a un livello intermedio insieme al Giappone. Restano di gran lunga indietro il Canada, la Russia e gli USA, anche se questi ultimi, grazie alle iniziative pianificate o annunciate dell'amministrazione Obama, hanno comunque guadagnato una posizione in classifica rispetto all'ultimo posto dell'anno scorso.

Questa terza edizione delle "Scorecards" - che considera ambiti come l'andamento delle emissioni di gas serra dal 1990, la distanza dagli obiettivi nazionali del Protocollo di Kyoto, la quota di energie rinnovabili e l'efficienza delle politiche climatiche - mostra dunque che, se da un lato è stato fatto qualche sforzo, l'azione intrapresa resta comunque insufficiente per indirizzare il mondo verso un'economia a basso contenuto di carbonio e per limitare l'innalzamento della temperatura media globale al di sotto della soglia critica di 2°C rispetto ai livelli pre-industriali, mentre continua a mancare una chiara leadership tra le nazioni considerate.

James Leape, direttore del WWF internazionale, e Joachim Faber, membro del Board di Allianz SE, hanno esortato le nazioni ad agire adesso e a sostenere la definizione di un valido accordo a Copenhagen: "Mentre ci potrebbe essere una soluzione ?su cauzione' per il sistema finanziario, nessuna quantità di denaro potrà salvare il pianeta una volta che i cambiamenti climatici avranno superato la soglia critica. E' quindi cruciale riuscire a limitare l'innalzamento della temperatura globale a meno di 2°C rispetto ai livelli pre-industriali".

Secondo il rapporto siamo ben lontani dagli obiettivi che il WWF ritiene necessari, ovvero, per i Paesi industrializzati la riduzione di almeno il 40% delle emissioni entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990 (di cui il 30-35% realizzate su territorio nazionale) e la riduzione del 95% delle emissioni entro il 2050; per i Paesi in via di sviluppo, la deviazione dall'aumento delle emissioni di almeno il 30% entro il 2020, sempre rispetto al 1990.

Nell'ambito della partnership globale WWF-Allianz, il gruppo assicurativo - leader a livello mondiale nell'offerta di prodotti e servizi finanziari e assicurativi - sostiene il rapporto "G8 Climate Scorecards" per comprendere meglio le conseguenze dei cambiamenti climatici. Ciò è vitale per il settore degli investimenti e per il contesto normativo, che dovranno adattarsi alle conseguenze dei cambiamenti climatici, così come per lo sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni finanziarie compatibili con il clima.

"Un futuro a basse emissioni rappresenta un importante potenziale di sviluppo per i Paesi del G8 così come per le nazioni emergenti - ha dichiarato Joachim Faber, membro del board di Allianz SE - I futuri investimenti e lo sviluppo di nuovi prodotti necessitano di un'impostazione politica che sia sostenibile."

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