Italiani soddisfatti dei servizi sanitari. E' quanto evidenziano i risultati dell'indagine realizzata dal Censis - su commissione del Ministero della Salute - su aspettative, opinioni e valutazioni dei cittadini sulla sanità, presentati dal Ministro prof .Ferruccio Fazio e dal Vicedirettore del Censis Carla Collicelli nel corso di una conferenza stampa il 16 aprile, a Roma, presso l'Auditorium di Lungotevere Ripa. Il giudizio migliore spetta alle farmacie, i cui servizi sono di buona qualità per il 62% degli italiani, sufficienti per il 35%, mediocri o scarsi solo per il 2%. Il medico di medicina generale continua a rappresentare un elemento cardine del sistema di offerta e un referente di prossimità nel quale gli utenti ripongono grande fiducia. Positive anche le opinioni sui pediatri di libera scelta (promossi dal 90%). Seguono i laboratori di analisi pubblici, ambulatori e consultori pubblici, ospedali e pronto soccorso, strutture di riabilitazione pubbliche, assistenza domiciliare. Il sistema di offerta sanitaria si dimostra capace di rispondere in larga misura alle aspettative e alle esigenze assistenziali dei cittadini. La copertura garantita dai servizi, a partire dalle farmacie e dai Medici di medicine generale, risulta nella grande maggioranza dei casi adeguata, così come la qualità percepita dall'utenza che ha colto positivamente la trasformazione delle farmacie in presidi sociosanitari. La legge 69/2009 prevede l'erogazione di servizi di primo livello quali prelievi, misurazione della pressione, ecc., la partecipazione della farmacia al servizio di assistenza domiciliare integrata, la dispensazione e la consegna dei farmaci e dei dispositivi medici necessari a domicilio, nonché la possibilità di prenotare le visite ambulatoriali e ospedaliere direttamente in farmacia. A fronte di un quadro caratterizzato da una generale soddisfazione, permangono non pochi problemi legati al territorio. Il sistema di offerta è ancora disomogeneo a svantaggio delle regioni meridionali soprattutto con riferimento a ospedali, pronto soccorso, assistenza domiciliare e strutture di riabilitazione. La valutazione espressa dai pazienti sulla loro esperienza diretta di ricovero rimane nel complesso positiva, benché emergano testimonianze di malfunzionamento e di cattiva gestione, limitate a una minoranza di casi. Il 72,6% dei cittadini che nell'ultimo anno hanno ricevuto cure ospedaliere in regime di ricovero ritiene di essere stato sempre informato puntualmente sulle proprie condizioni, contro il 27,4% che pensa l'opposto. L'80% ritiene che il follow up dopo la dimissione sia stato organizzato e gestito adeguatamente. Se tre italiani su quattro ritengono poco o per nulla frequenti i casi di malasanità, questa quota si riduce al 58,3% al Sud mentre si attesta intorno al 90% nelle regioni settentrionali. In particolare nel Nord-Ovest i casi di malasanità sono ritenuti "poco" probabili dal 73,6% degli intervistati e "per nulla" probabili dal 19,5%. Nel Nord-Est tali percentuali divengono rispettivamente il 71,3% e 16,4%. Infine un paziente su tre, tra quelli che hanno ricevuto un ricovero programmato, dichiara che prima di essere ricoverato ha dovuto farsi visitare privatamente o in intra moenia dal medico dell'ospedale; a tal riguardo il Ministro alla Salute, Ferruccio Fazio, ha dichiarato che: "ci sono ancora molti problemi sul meccanismo dell' intra moenia, che è ben lontano dall' essere perfetto. L' intra moenia - prosegue il Ministro - può funzionare ma deve avere come pilastro la misurazione del numero delle prestazioni, e non solo l' orario. Credo che il dato sia importante e ci imponga una riflessione. Chiedero' alla direzione generale della programmazione di trovare gli strumenti per risolvere il problema''.

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