Il caso della mamma di Trento, a cui è stata sottratta la figlia sin dal momento del parto perché il tribunale l'ha giudicata insufficiente nelle "capacità genitoriali" a causa di uno stipendio di soli 500 euro mensili, dopo la conferma di "adattabilità" della bimba, sta facendo il giro del mondo suscitando prese di posizione di forze politiche e sindacali ed articoli di giornale con titoloni a 4 colonne.

Anche il Presidente Brunini ha diramato un suo comunicato stampa: " Siamo pronti ad offrire aiuto, accoglienza e lavoro a una madre in difficoltà che con coraggio ha rifiutato di abortire. Le Misericordie sono pronte a fare tutto quanto possono per scongiurare la separazione definitiva tra la giovane madre di Trento e la sua bambina." 
"Non vogliamo polemizzare con nessuno - prosegue il comunicato - ma crediamo che separare un figlio da una madre sia uno degli atti più drammatici che possano esistere. Non vi si può ricorrere a cuor leggero, ma solo quale estrema ratio, quando nessuna altra strada è possibile. Noi siamo pronti immediatamente a fare tutto quanto possiamo per scongiurarlo." 

Se Brunini non vuole polemizzare con le istituzioni richiamandole all'esercizio della misericordia nella amministrazione dei loro uffici, rimane però viva la sensazione che tanto il Collegio giudicante del Tribunale trentino quanto i servizi sociali e le amministrazioni locali, congiuntamente ed in modo drammatico, abbiano offerto alla intera nazione uno spettacolo a dir poco umanamente vergognoso.

Noi che possiamo, invece, polemizzare liberamente chiediamo, da Confratelli, ai politicanti che in questi giorni, invece di preoccuparsi del bene comune duellano fra loro a suon di "scandali sugli appartamenti", di volgere lo sguardo ai bisogni veri della gente ricordando loro che Nostro Signore, che sovrasta dai secoli le loro ciniche miserie di piccoli uomini, nacque in una stalla e che nessuno impedì ai suoi genitori terreni di accudirlo benchè il loro reddito fosse assai inferiore a quello della madre trentina. 
Vedremo se il Ministro Alfano sentirà il bisogno, anche in questo caso dopo quelli a lui cari, di mandare propri ispettori al Tribunale di Trento.
Vedremo se le amministrazioni locali, così sollecite nell'inorridirsi sulla stampa, sapranno rimuovere oggi, con otto mesi di ritardo, le cause burocratiche che hanno originato la sentenza.
Questo lo chiediamo da Confratelli, non solo da cittadini: costruire la Civiltà dell'Amore non è solo aiutare chi ha bisogno, ma promuovere una società civile che non provochi più il bisogno.

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