Una volta approvata dall'Assemblea delle Nazioni Unite, dobbiamo 
prepararci per fare pressione politica, in Italia e nei paesi in cui lavoriamo, 
affinché i governi nazionali ratifichino la Convenzione e adottino opportune 
politiche nazionali". 
 
Il Responsabile per le attività scientifiche dell'AIFO, dott. Sunil Deepak, 
consulente dell'OMS per la disabilità, ha spiegato: "La nostra esperienza con la 
lebbra ci ha insegnato che gli interventi riabilitativi non sono sufficienti se non 
c'è consapevolezza dell'importanza dei diritti umani, se non c'è la volontà di 
lottare per la pari dignità e pari opportunità per tutti gli esseri umani. La 
Convenzione delle Nazioni Unite sarà uno degli strumenti per chiedere ai governi di adottare politiche che abbattano le barriere di discriminazione e stigma che 
circondano le vite delle persone disabili."  
La nuova Convenzione delle Nazioni Unite per i diritti delle persone con disabilità 
rappresenta un riconoscimento storico per l'AIFO, in quanto centrata sulla 
implementazione nelle legislazioni nazionali del principio di empowerment, 
ovvero sul conferimento alle persone diversamente abili di tutti i mezzi per poter 
esercitare fino in fondo i propri diritti e tutelare la propria dignità. 
L'introduzione del paradigma dell'empowerment è un elemento fondamentale dei 
progetti AIFO dedicati alla disabilità ed è pertanto considerevole il ruolo che 
l'AIFO ha svolto nella preparazione del background tecnico e culturale da cui la 
nuova Convenzione è scaturita, a conferma del livello di eccellenza che le 
progettualità AIFO hanno raggiunto nel campo della Riabilitazione delle persone 
diversamente abili. Da diversi anni AIFO collabora con l'Ambasciatore speciale 
delle Nazioni Unite per la disabilità, con l'Organizzazione Mondiale della Sanità e 
con le associazioni delle persone con disabilità in Italia e nel mondo per 
organizzare riunioni regionali con l'obiettivo di mappare gli ostacoli e le 
relative strategie adottate dai paesi. 
 
L'AIFO auspica pertanto che d'ora in poi tutti i progetti di Cooperazione 
Internazionale dedicati alla disabilità siano coerenti con la Convenzione e sia 
quindi definitivamente superato il vecchio modello assistenzialistico. 
 
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