Viviana Premazzi

Riflessioni dal convegno di presentazione dei risultati del progetto Mediva (Media For Diversity And Migrant Integration).

 

Lo scorso 29 maggio è stato organizzato a Firenze, dal Robert Schuman Centre for Advanced Studies dell'Istituto Universitario Europe, il convegno su La valutazione del ruolo dei media italiani nella riflessione della diversità e promozione dell'integrazione dei migranti.

 

Il convegno aveva lo scopo di presentare gli indicatori sulla diversità nei media, sviluppati nell'ambito del progetto Mediva, che permettono di valutare in quale misura i media riflettono la diversità e promuovono l'integrazione dei migranti nella società italiana.

 

Gli articoli che hanno raccontato del convegno nei giorni successivi si sono focalizzati soprattutto sui dati che facevano emergere l'ampia presenza di immigrati nelle notizie che riguardavano la cronaca nera e l'uso massiccio da parte dei media di espressioni ancora molto lontane dai dettami della Carta di Roma.

 

L'idea più interessante emersa dalla giornata di lavoro è stata però, a mio parere, l'idea di neutralità della notizia, indicata da più relatori come la strada da percorrere per avere un'informazione più corretta e fedele. E' fondamentale, infatti, nei processi di costruzione della notizia che ad ogni componente della stessa venga dato il giusto peso e non che una parte venga amplificata per sostenere tesi parziali e tendenziose.

 

"Nel racconto di una notizia - ha sottolineato Marco Bazzichi di TM News - bisognerebbe tener conto di tutti gli attori in gioco, del contesto complessivo in cui è avvenuto il fatto che si vuole raccontare, dei ruoli e delle problematiche del contesto. Per fare ciò fondamentale è una reale conoscenza di ciò di cui si parla unita alla volontà di intervistare esperti o gli stessi stranieri".

 

La strada è lunga, ma un'informazione veritiera e neutra è uno dei punti fondamentali su cui puntare per riuscire a costruire un'Italia sempre più diversamente italiana, un'informazione che aiuti a non considerare gli stranieri solo quando problematici o poverini e a "costringerli a difendersi" spesso costruendo canali alternativi di informazione dove proporre solo storie positive quasi a voler dire "non siamo come ci dipingono".

 

Nessuno dei due tipi di informazione, da solo, serve. Ciò che serve è il racconto della normalità e degli stranieri all'interno di questa normalità, come ha fatto notare Karim Metref di Glob 011, "manca intervistare gli stranieri nel momento in cui viene raccontata una notizia che riguarda tutta la cittadinanza mentre sembra che "se siamo normali siamo invisibili"."

Questo è quello che servirebbe: neutralità e normalità.


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