Roma. Contro il caro-prezzi, parte l'offensiva dell'Intesa dei consumatori, all'insegna dello slogan «salviamo la tredicesima». I saldi devono partire subito, dal 10 dicembre, dicono i rappresentanti dell'Intesa. E per chiederlo, il sodalizio scrive ai venti assessori regionali al commercio affinché autorizzino i commercianti a farlo. Altrimenti, partirà una diffida per il danno arrecato ai consumatori. E oggi sarà la giornata del «guardare ma non comprare», per protesta contro gli aumenti dei prezzi. «Rinviate gli acquisti», dice l'associazione. «Annotate i prezzi e comprate dopo le feste, quando la stessa merce costerà anche il 70 per cento in meno». E sotto l'albero? «Mettete i "buoni-regalo"», suggerisce Carlo Rienzi, «aderendo così all'iniziativa "Salviamo la tredicesima"». L'Intesa dei consumatori respinge in toto l'appello di Sergio Billè, presidente della Confcommercio, a contenere i prezzi: «È un appello inutile e generico», dice Carlo Pilieri dell'Adoc: «serve solo a fare pressioni sul governo per un ulteriore regalo da quattro miliardi di euro ai commercianti, con la revisione degli studi di settore. I commercianti italiani si sono battuti strenuamente contro il doppio prezzo in lire e in euro sul cartellino». L'unico accordo vero da fare con i dettaglianti è «un patto per una riduzione immediata dei prezzi del venti per cento, da domani fino a Natale. Altrimenti significa che vogliono spremerci come limoni, come fanno da tre anni». L'ulteriore proposta agli iscritti a Confcommercio e Confesercenti è di praticare uno sconto del venti per cento agli iscritti alle associazioni dell'Intesaconsumatori (Codacons, Adusbef, Federconsumatori, Adoc), affiggendo una vetrofania al negozio che aderisce all'iniziativa. L'elenco dei negozianti «virtuosi» sarà disponibile nei siti delle associazioni. A testimoniare del calo dei consumi del Natale 2004 rispetto a quello precedente, sono i risultati dell'indagine dell'Intesaconsumatori, che evidenziano un crollo del 62 per cento delle intenzioni di spesa dei consumatori: il settore più penalizzato sarà quello dei regali (meno 36 per cento), e dei viaggi (meno 29). «Il taglio delle tasse che porterà da due a quattrocento euro in più l'anno è ben poca cosa contro rincari, pari a tremila euro di esborsi in più in tre anni. Non si recupera nemmeno un terzo», puntualizza Rosario Trefiletti, presidente della Federconsumatori. E il credito al consumo è l'ulteriore allarme, con volumi raddoppiati da 40 a 80 miliardi di euro nel biennio e tassi elevatissimi. «A questo», dice poi Elio Lannutti dell'Adusbef, «si aggiunge la proposta della cessione del quinto anche per otto milioni di lavoratori finora esclusi, con possibili tassi medi del 30 per cento. È immorale: è un cappio al collo delle famiglie». Il Giornale di Vicenza, 8 dicembre 2004

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