LA CONVENTION DEMOCRATICA

Il discorso di Fluke per accusare la destra repubblicana, di cui è stata bersaglio, di una «guerra» contro il sesso femminile.

VIVIANA MAZZA

CHARLOTTE (North Carolina) - «Prostituta», l'ha definita un commentatore di destra a febbraio, dopo che in un'audizione alla Camera aveva difeso la copertura dei costi degli anticoncezionali da parte delle assicurazioni sanitarie. Sandra Fluke era una studentessa di legge alla Georgetown University. Laureatasi, è ora una (ancor più convinta) attivista trentunenne. Uno dei primi ad esprimerle solidarietà è stato il presidente Barack Obama, che l'ha voluta sul palco della convention ieri a Charlotte. Il suo ruolo: accusare i repubblicani di condurre una «guerra contro le donne». Non si è fatta intimidire anche se, l'altro ieri, un altro commentatore di destra, Bill O'Reilly, ha rincarato la dose: «Cosa pioverà su di lei al posto dei palloncini?», si è chiesto in tv, suggerendo che i delegati l'avrebbero acclamata lanciando preservativi.

IL DISCORSO - «Molte donne si fanno zittire - ha detto ieri nell'arena di Charlotte Sandra Fluke -. E benché io sia onorata di stare quassù, al mio posto avrebbe potuto esserci chiunque tra voi. Io sono qui perché ho parlato, e alle urne, a novembre, dovremmo farlo tutte». Nelle ultime settimane, i repubblicani hanno fornito ai democratici munizioni a volontà su questi argomenti: impossibile non citare il caso di Todd Akin, il candidato al Senato che ha dichiarato che, in caso di «vero stupro», il corpo della donna impedisce che resti incinta. Nonostante Romney abbia preso le distanze da quelle dichiarazioni, la piattaforma del partito repubblicano (approvata a Tampa la settimana scorsa) non lo fa, e chiede che l'aborto sia vietato dalla Costituzione senza eccezione per i casi di incesto e di stupro. E così, ieri, a Charlotte, Sandra Fluke ha spinto le donne e gli uomini che affollavano l'arena a immaginare un futuro con Mitt Romney e il suo vice Paul Ryan alla Casa Bianca. Parola d'ordine: diritto alla «scelta» e libertà personale di «gestire il proprio corpo e la propria voce». Il termine aborto, più controverso, nel discorso non era usato.

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