Ambiente

Secondo il Global Footprint Network, le nazioni dell'area del Mediterraneo consumano ormai due volte e mezzo più delle risorse fornite dall'ecosistema.

I Paesi del Mediterraneo non cessano di aumentare il loro "deficit ecologico", in quanto utilizzano ormai un quantitativo pari a due volte e mezzo le risorse che sono fornite dai loro ecosistemi. A lanciare l'accusa - riporta l'agenzia ATS - è il think tank Global Footprint Network, che ha spiegato come a suo avviso la situazione abbia raggiunto un livello «pericoloso».

L'organizzazione, la cui sede è a Oakland, in California, e che è specializzata da anni nel calcolo delle "impronte ecologiche", ha sottolineato in un rapporto realizzato con il sostegno dell'Unesco come il livello di sfruttamento delle risorse rischi di «nuocere alla sicurezza economica dei Paesi del bacino del Mediterraneo» e, conseguentemente, possa «minare la capacità di garantire il benessere dei propri cittadini».

Tra il 1971 e il 2008 la regione ha infatti triplicato la propria domanda complessiva di risorse. E tra i più grandi "debitori" nei confronti dell'ecosistema ci sono i tre Paesi più ricchi dell'area: Spagna, Italia e Francia, che da soli contribuiscono per più del 50% all'impronta ecologica. Subito dietro risultano la Turchia e l'Egitto.

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