Missili nella notte, sei vittime tra i quali due bambini. Obama invia Hillary Clinton. Hamas: «Il nemico pagherà caro»

«Sono qui per appellarmi personalmente per la fine della violenza e per chiedere un cessate il fuoco». Il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, è giunto al Cairo e si è espresso senza mezzi termini in favore di un «cessate il fuoco immediato» e chiedendo «immediati passi indietro da entrambe le parti» per fermare una «escalation a Gaza, inclusa qualsiasi operazione di terra».

SOSPESA L'OFFENSIVA TERRESTRE - Nel frattempo è arrivata la decisione di Israele: l'agenzia Afp, citando un alto responsabile del governo, annuncia che «l'offensiva terrestre viene provvisoriamente sospesa per consentire agli sforzi egiziani di raggiungere una tregua». La scelta sarebbe stata presa nella notte tra lunedì e martedì dopo una riunione dei nove ministri principali del governo di Netanyahu.

OBAMA INVIA LA CLINTON - La Casa Bianca ha voluto precisare che non è stato Barack Obama, che ha deciso di inviare Hillary Clinton in missione a partire da martedì sera a Gerusalemme, Ramallah e Il Cairo, a chiedere a Israele di bloccare i piani per l'operazione di terra nella Striscia. Il governo americano ha precisato che il presidente ritiene che Israele abbia il diritto di prendere le proprie decisioni relative alla sicurezza. Per quanto riguarda i cittadini statunitensi, il Pentagono ha dato disposizione a tre delle sue navi di stanza nel Mediterraneo di avvicinarsi alle coste israeliane per favorire un'eventuale evacuazione.

SPARI VICINO ALL'AMBASCIATA - Poco dopo la nota della Casa Bianca una guardia è rimasta ferita in una sparatoria vicino all'ambasciata Usa di Tel Aviv. Secondo la polizia, citata dalla radio israeliana, un uomo israeliano ha accoltellato l'agente che avrebbe risposto sparando. L'assalitore, armato di un coltello e una scure, è stato fermato. La guardia è stata ferita in modo leggero. La sicurezza dell'area è stata immediatamente aumentata, ma fonti d'ambasciata fanno sapere che la situazione è tranquilla.

ALTRE SEI VITTIME, DUE BAMBINI - Dal punto di vista militare la notte non ha fermato gli attacchi dell'aviazione, della marina e dell'artiglieria di Israele sulla Striscia. Un centinaio gli obiettivi colpiti, con almeno sei vittime (due bambini di 4 anni e di 18 mesi, a Beit Lahiya e due adolescenti di 15-17 anni a Rafah, vicino alla frontiera con l'Egitto). La risposta da Gaza è stata un lancio di almeno cinque razzi verso il sud di Israele: due sono stati intercettati dal sistema anti-missile Iron Dome. Un uomo - racconta Ynet - è rimasto seriamente ferito a Eshkol, e nuovi danni si sono registrati a Beersheeba Bombardata anche una sede della Banca islamica nazionale di Gaza, nel nord della Striscia, che secondo Israele «era usata da Hamas per finanziare la sua attività terroristica». L'istituto di credito era tra l'altro responsabile per il pagamento degli stipendi dei 35mila dipendenti pubblici dell'enclave palestinese.

HAMAS: «PAGHERETE CARO» - Martedì mattina, dopo questi nuovi attacchi, il comandante militare di Hamas Mohammed Deif, sopravvissuto a diversi attacchi mirati, ha esortato i suoi miliziani affermando che «il nemico pagherà caro». «I vostri razzi hanno inflitto ad Israele perdite pesanti» , ha detto.

L'IRAN: «CRIMINI DI GUERRA» - Dura la presa di posizione di Teheran. Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparast, ha ribadito che Israele è il solo responsabile del conflitto in corso e dovrebbe essere processato per «crimini di guerra». «Non sono né l'Iran né Hamas a cercare lo scontro o a mettere in pericolo la vita di una popolazione innocente - ha ribadito - ma è il regime sionista, che andrebbe processato per crimini di guerra»

PERES: «SONO FUORI DI TESTA» - Il commento di Teheran ha portato il presidente israeliano a commentare: «Sono fuori di testa. Il loro comportamento è intollerabile: ancora incoraggiano Hamas a lanciare missili, bombardare, stanno cercando di rifornirli di armi. In un minuto, se smettono di lanciare razzi, non ci saranno più morti».

ERDOGAN: DA ISRAELE PULIZIA ETNICA - Contro Tel Aviv si schiera nuovamente anche la Turchia: il premier Tayyip Erdogan ha ribadito che Israele è responsabile di una «pulizia etnica» nei confronti dei palestinesi e che «calpesta il diritto internazionale». Contemporaneamente Ankara ha chiesto all'Onu di poter schierare missili scud al confine con un'altra zona calda del momento, il confine con la Siria.

Redazione Online

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