"C'e' urgente bisogno di un'inchiesta completa e imparziale, promossa 
dall'Onu, che preveda anche forme di riparazione per le vittime. Ogni 
altra cosa rappresenterebbe non solo un grosso tradimento nei confronti 
delle vittime civili, oltre 1000 delle quali sono state uccise, ma anche 
la ricetta di un ulteriore bagno di sangue impunito' - ha dichiarato 
Malcolm Smart, direttore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di 
Amnesty International. 'Sono passati oltre tre mesi dal cessate il fuoco 
e, a quanto ci risulta, nessuna parte ha neanche avviato un'indagine sulle 
gravi violazioni commesse nel corso del conflitto'"
Il rapporto dell'organizzazione per i diritti umani si e' basato su 
ricerche compiute sul campo nei mesi di luglio, agosto e settembre e su 
prove raccolte attraverso interviste con le vittime, incontri con 
autorita' di governo e responsabili militari di Israele e Libano, cosi' 
come con figure di primo piano di Hezbollah, informazioni di fonte non 
governativa, dichiarazioni ufficiali e notizie di stampa. 
La conclusione cui e' giunta Amnesty International e' che le forze 
israeliane hanno compiuto attacchi sproporzionati e indiscriminati, come 
nel caso dei bombardamenti di artiglieria sul Libano meridionale. 
Particolarmente preoccupante e' stato l'uso massiccio contro zone civili, 
negli ultimi giorni del conflitto, delle bombe a grappolo, che hanno 
lasciato un'eredita' letale, ancora oggi in grado di provocare morti tra 
la popolazione civile libanese. Altri attacchi dimostrano che Israele ha 
ampiamente mancato di adottare le misure precauzionali necessarie per 
evitare vittime tra i civili.
Inoltre, dichiarazioni pubbliche di dirigenti israeliani e volantini 
lanciati in territorio libanese lasciano intendere che le forze israeliane 
hanno effettivamente considerato i civili che si spostavano nel Libano 
meridionale come un obiettivo militare. Ogni attacco portato avanti per 
attuare questa politica e' configurabile come un attacco indiscriminato o 
anche, a seconda delle circostanze, come un attacco diretto contro i 
civili. 
Il rapporto di Amnesty International esamina anche le denunce di Israele 
secondo cui Hezbollah avrebbe usato i civili come 'scudi umani'. Le prove 
raccolte dall'organizzazione per i diritti umani lasciano intendere che, 
in alcuni casi, Hezbollah ha nascosto razzi Katiuscia all'interno dei 
villaggi e li ha lanciati da aree civili. Tuttavia, nei casi esaminati non 
sembra fossero presenti civili né paiono confermate le denunce israeliane 
secondo cui Hezbollah avrebbe impedito alla popolazione civile di 
abbandonare le zone sotto attacco.
 
Amnesty International ricorda comunque che in un suo precedente rapporto 
aveva concluso che Hezbollah aveva compiuto attacchi indiscriminati e 
attacchi diretti contro i civili, lanciando razzi contro il nord di 
Israele.
Le altre conclusioni del rapporto sono le seguenti:
- le forze israeliane hanno compiuto attacchi contro ambulanze e le 
organizzazioni umanitarie sono state costrette ad abbandonare i tentativi 
di soccorso o di fornire assistenza umanitaria, persino dopo aver ricevuto 
il via libera dalle autorita' israeliane;
- gli attacchi israeliani contro le infrastrutture libanesi e 
l'imposizione del blocco aereo-navale sembra siano stati intesi come una 
forma di punizione collettiva, oltre che come un tentativo di danneggiare 
le operazioni di Hezbollah;
- convogli di civili sono stati bombardati dalle forze israeliane mentre 
fuggivano dai villaggi e dalle citta' del Libano meridionale, eseguendo 
gli ordini di Israele di evacuare quelle zone;
- i civili, soprattutto i bambini, continuano a morire e a rimanere feriti 
a causa del massiccio uso da parte di Israele delle bombe a grappolo in 
aree civili; tuttora in Libano ci sono ancora un milione di ordigni 
inesplosi;
- le autorita' israeliane hanno regolarmente espresso rammarico per le 
vittime civili ma non hanno dato spiegazioni, se non inadeguate, su 
singoli attacchi: quale fosse il bersaglio designato, quali considerazioni 
sulla proporzionalita' dell'attacco fossero state fatte, quali misure 
precauzionali fossero state prese. Nei casi in cui Israele ha dichiarato 
di aver fatto vittime civili per errore, non ha fornito alcuna indicazione 
su chi fosse stato o sarebbe stato chiamato a risponderne;
- nessuna indagine sulle violazioni del diritto umanitario commesse da 
Hezbollah pare sia stata condotta ne' da quest'ultimo né dal governo 
libanese;
- le inchieste completate da quattro esperti indipendenti sui diritti 
umani dell'Onu e l'attuale Commissione d'inchiesta istituita dal Consiglio 
dell'Onu sui diritti umani risultano ristrette negli obiettivi e condotte 
in un quadro di significative limitazioni di tempo e risorse.
Amnesty International chiede all'Onu di istituire una commissione 
internazionale che sia in grado di indagare sulle prove di violazioni del 
diritto umanitario commesse da parte sia di Hezbollah che di Israele e che 
preveda forme di riparazione per le vittime. L'organizzazione per i 
diritti umani chiede inoltre un embargo sulle armi nei confronti di 
entrambe le parti e un'immediata moratoria sulle bombe a grappolo.
Ulteriori informazioni
Una delegazione di Amnesty International, guidata dalla Segretaria 
generale Irene Khan, visitera' Libano, Israele e i Territori Occupati dal 
2 all'11 dicembre. La delegazione incontrera' autorita' di governo, 
esponenti politici e rappresentanti della societa' civile per discutere le 
problematiche sollevate dal conflitto tra Israele ed Hezbollah e la 
perdurante crisi dei diritti umani nei Territori Occupati. Ulteriori 
dettagli verranno resi noti a ridosso della partenza della delegazione.