Il pieno rispetto dell'esito referendario e il tema della gestione dell'acqua in Italia, qualora si trovasse un unione di intenti tra Pd e M5S per far nascere un governo (ad oggi questa ipotesi pare quasi impossibile) potrebbe essere uno dei punti su cui far convergere un'iniziativa comune. Stiamo probabilmente precorrendo i tempi perché qualora venisse trovato il modo per far iniziare questa legislatura il tema scivolerebbe fuori forse anche dalla top ten degli argomenti da trattare.

La battaglia per il rispetto dell'esito referendario quindi è opportuno che continui fuori dal parlamento. A tal proposito  Federconsumatori e il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua hanno promosso un ricorso al Tar della Lombardia contro la delibera del 28 dicembre 2012, con cui L'Autorità per l'energia elettrica e il gas (Aeeg) ha approvato il metodo tariffario transitorio per il 2012 e il 2013 per il servizio idrico integrato. «Vista anche la sentenza del Consiglio di Stato avevamo sollecitato la riformulazione della nuova tariffa transitoria- hanno dichiarato Federconsumatori e Forum Italiano Movimenti per l'Acqua- In particolare abbiamo sottolineato la necessità di eliminare definitivamente la "remunerazione del capitale investito" e di "evitare l'applicazione di qualsiasi altra voce" che potesse introdurla sotto un altro nome come invece è accaduto, anche se in misura leggermente inferiore, con gli "oneri finanziari". Questi ultimi sono inoltre determinati in modo standardizzato (circa il 6,4% del capitale investito netto) a prescindere dalla situazione effettiva dei singoli gestori e avranno un impatto di aumento preoccupante sulle bollette».

Secondo Forum e Federconsumatori le intenzioni dell'Aeeg erano emerse fin dal primo documento inviato per la consultazione in cui si faceva anche riferimento al persistere di un vincolo comunitario, che avrebbe implicato l'obbligo di includere nella tariffa dei "costi finanziari" comprensivi dei costi operativi e di manutenzione e dei costi capitale.

«Tale interpretazione, ostinata, fumosa ed erronea, della direttiva 2000/60/CE ha lasciato il segno con il provvedimento approvato il 28 dicembre 2012 dall' Autorità per l'energia elettrica e il gas. Invece di aprire una nuova via in seguito al pronunciamento della Corte Costituzionale e al referendum, l'Aeeg ha preferito percorrere la vecchia strada già conosciuta, anche se con un approccio differente, ma sempre distante, fuorviante e lesivo dalla chiara volontà popolare espressa da 27 milioni di italiani» hanno concluso Federconsumatori e Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua.

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