L'emergenza-lavoro continua a preoccupare ma la Regione non risponde. L'unità di crisi, istituita per fra fronte alle emergenze del territorio legate al lavoro, non ha ancora avuto nessuna concessione da Cagliari per quanto riguarda una deroga sulle centrali eoliche. «La Giunta Soru non batte ciglio neanche di fronte all'emergenza, chiudendo tutte le porte alle imprese e quindi tagliando, con la legge "salvacoste", centinaia di posti di lavoro», dicono alcuni imprenditori dell'area industriale di Tossilo. È il caso della Fercos, l'azienda che ha sede proprio a Macomer, che opera nel settore dei montaggi e costruzioni edili pubbliche in tutta l'isola, che dal primo gennaio ha avviato le procedure per la cassa integrazione che interessa 54 dipendenti. Se la Giunta regionale non dovesse cambiare idea arriveranno i licenziamenti, con conseguenze drammatiche anche per l'indotto. Una situazione che si ripercuote inesorabilmente anche in tutto il territorio, dove le centrali eoliche pronte all'apertura dei cantieri sono due: Sa Serra, sulla montagna di Macomer, per conto della società dell'Enel Greenpower e a Santu Padre, sulla montagna di Bortigali, per conto della società Fri-el. Altri Comuni della zona avevano presentato e avviato dei progetti in tal senso, ma quel decreto ha stroncato ogni possibilità di avere energia a basso costo perché, insieme, secondo il parere della Regione, costituiscono il cosiddetto «effetto selva», vale a dire un impatto ambientale negativo considerevole. Questo però, di fatto, cancella centinaia di posti di lavoro. «Ci bloccano i cantieri - dice Costantino Sassu amministratore delegato della Fercos - per cui siamo costretti a frenare sulle produzioni e a mandare a casa la gente. La cassa integrazione è il primo atto di questa vicenda. Temo, però, che ci saranno provvedimenti ben più gravi». Tutto potrebbe essere salvato, se Macomer e Bortigali, e tutti quei cantieri aperti, dovessero rientrare nel nuovo piano energetico della Regione. «Siamo in attesa di un incontro con la Giunta regionale - dice Paolo Trogu, l'assessore a capo dell'unità di crisi, costituita recentemente - cercheremo di evitare la catastrofe occupazionale, in un territorio già tormentato da altri drammi, quali la crisi del tessile e le fabbriche chiuse, forse per sempre». Neanche le ipotesi più buie, tuttavia, sembrano smuovere i provvedimenti che tuteleranno coste e ambiente ma che, secondo l'Associazione degli industriali di Nuoro, danneggeranno imprese alle quali non è stato dato il tempo di organizzarsi, con conseguenze disastrose soprattutto nella provincia di Nuoro, considerata l'anello più debole. Perdite, dal punto di vista economico, le subirebbe anche il Comune di Macomer che dalla centrale eolica di Sa Serra contava di guadagnare 250 mila euro all'anno. Si tratta di un progetto approvato, con la valutazione legata all'impatto ambientale, con le autorizzazioni a procedere a livello tecnico e a livello politico. Un totale di 17 pali, che dovevano produrre 27 megawatt e che ora non saranno realizzati. Francesco Oggianu L'Unione Sarda (Nazionale), 8 gennaio 2005

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