Nuova vittoria, nelle aule di tribunale, per Ledha e per le famiglie di 16 
ragazzi con disabilità che, nel corso dell'anno scolastico 2012-2013, si erano 
visti assegnare un numero di ore di sostegno inferiore alle loro esigenze. Lo ha 
stabilito il giudice della Prima sezione civile del Tribunale di Milano 
accertando la condotta discriminatoria del Ministero dell'Istruzione, 
dell'Università e della Ricerca (Miur) ai danni degli studenti con disabilità 
"per aver previsto una dotazione di organico di insegnanti di sostegno 
inferiore a quella necessaria per soddisfare le necessità rappresentate dagli 
organismi scolastici e nei Piani educativi dei minori". Soddisfatto il 
presidente di Ledha, Franco Bomprezzi "per il contenuto di questa sentenza 
che si inserisce splendidamente nel filone giurisprudenziale del rispetto del 
principio di non discriminazione, contenuto nella Convenzione Onu e reso 
esigibile grazie alla legge 67/2006".
Oggetto del ricorso 
(presentato da Ledha e da 16 famiglie) i provvedimenti adottati dal Miur tra 
l'aprile 2010 e il luglio 2012 con cui si è determinata una riduzione del numero 
di insegnanti di sostegno a fronte di un incremento del numero di studenti con 
disabilità. 
A seguito di questi tagli, molti ragazzi con disabilità non 
hanno potuto usufruire del monte ore di sostegno necessario. L.T. iscritta in 
terza superiore, ad esempio, per l'anno scolastico 2012-2013 avrebbe avuto 
bisogno di almeno 18 ore di sostegno settimanali "al fine di garantire un 
intervento significativo ed efficace, volto al miglioramento dell'apprendimento 
dell'alunna". Ma ha potuto usufruire solo di sei ore di sostegno alla 
settimana.
"Leggendo le motivazioni addotte a difesa, da parte delle 
istituzioni scolastiche e del Ministero non posso non rilevare con 
preoccupazione il continuo riferimento alla necessità di contenere i costi e la 
convinzione di poter agire in un quadro normativo di grande discrezionalità 
- sottolinea Franco Bomprezzi -. Ecco perché ancora una volta si deve 
chiedere alla magistratura di intervenire per ristabilire la qualità del diritto 
all'inclusione scolastica". L'auspicio di Ledha è che con il prossimo anno 
scolastico, simili episodi discriminatori non si ripetano più. 
La 
sentenza del Tribunale di Milano, da questo punto di vista, rappresenta un 
importante passo in avanti. "Il giudice, oltre a sanzionare il comportamento 
del Ministero, per evitare possibili ripetizioni delle condotte discriminatorie 
accertate ha ordinato che per il prossimo anno scolastico l'Amministrazione 
fornisca tutte le ore che verranno indicate nel Piano educativo individualizzato 
per gli alunni che hanno promosso l'azione", aggiunge l'avvocato Livio 
Neri. È quello che, nel diritto antidiscriminatorio, viene chiamato piano di 
rimozione: "Ovvero una misura per evitare nel futuro il reiterarsi della 
discriminazione accertata".
Gaetano De Luca, avvocato del Servizio 
legale Ledha, evidenzia inoltre come questa sentenza sia un precedente 
giurisprudenziale molto importante: "Il Tribunale ha riconosciuto una 
condotta discriminatoria non solo nel taglio delle ore di sostegno rispetto gli 
anni passati - spiega - ma anche nella sostanziale inadeguatezza del 
numero di ore rispetto a quelle ritenute necessarie dal Gruppo di lavoro 
operativo (Glho)".