In vista della discussione alla Camera del ddl 245 e abbinate sul contrasto 
dell'omofobia e della transfobia, prevista a partire dal 5 agosto, Amnesty 
International Italia ha scritto a tutti i deputati invitandoli ad adoperarsi 
affinché l'Italia introduca senza ulteriori ritardi una legge per contrastare i 
crimini d'odio basati sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere. 
Nella lettera, firmata dalla direttrice generale Carlotta Sami, 
l'organizzazione per i diritti umani è tornata a chiedere che l'orientamento 
sessuale e l'identità di genere siano inclusi nell'elenco dei motivi 
discriminatori associati ai reati specifici descritti nell'articolo 1 del 
decreto legge 122/1993, e che venga emendato l'art. 3 dello stesso decreto, 
relativo alle circostanze aggravanti, aggiungendovi l'orientamento sessuale e 
l'identità di genere.
La legge italiana considera reato l'istigazione a 
commettere atti discriminatori e la violenza fisica per motivi di razza, etnia o 
religione della vittima. Il codice penale inoltre prevede che quando un reato 
sia commesso sulla base della razza, dell'etnia o della religione della vittima, 
questo elemento debba essere considerato come una circostanza 
aggravante.
Tuttavia, queste norme non si applicano ai reati motivati 
dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere della vittima. 
Reati di quest'ultimo tipo, ricorda Amnesty International Italia, non 
sono rari nel paese: le organizzazioni per la difesa dei diritti delle persone 
lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate (Lgbti) ne denunciano 
centinaia ogni anno. La maggior parte di essi non viene adeguatamente indagata e 
finisce per rimanere impunita, sebbene si tratti di gravi manifestazioni di 
discriminazione. L'assenza di leggi adeguate ostacola la polizia e le autorità 
inquirenti nel far emergere i motivi di odio omofobico e transfobico degli 
autori dei reati. 
Amnesty International Italia chiede pertanto al 
Parlamento italiano di adottare una legge che affronti i crimini perpetrati per 
motivi di orientamento sessuale e identità di genere, fornendo lo stesso livello 
di protezione attualmente esistente contro i crimini commessi per motivi di 
razza, etnia o religione.
"Combattere l'omofobia e la transfobia e 
garantire i diritti delle persone Lgbti" fa parte dell'Agenda in 10 punti per i 
diritti umani in Italia, presentata da Amnesty International Italia alla vigilia 
delle elezioni parlamentari del 2013. 
Quel punto, insieme ad altri, è 
stato sottoscritto dai leader dei principali partiti politici tra cui Silvio 
Berlusconi (Popolo della Libertà) e Pierluigi Bersani (Partito Democratico). 
Quest'ultimo, nel sottoscrivere il punto in questione sul contrasto all'omofobia 
e alla transfobia, ha dichiarato pubblicamente come sia "urgente una risposta a 
fenomeni drammaticamente crescenti di discriminazione, di incitamento alla 
violenza, di abuso e di aggressione di natura omofobica e transfobica" e si è 
espresso a favore dell'introduzione di una "circostanza aggravante, un aumento 
di pena quando i delitti contro la vita e l'incolumità delle persone sono 
commessi in ragione dell'omosessualità o transessualità della persona 
offesa".
Mario Monti (Scelta Civica), pur non sottoscrivendo 
integralmente il punto in questione, ha dichiarato espressamente il suo impegno 
a combattere l'omofobia e ogni altra forma di discriminazione: "Sono molto 
favorevole alla lotta all'omofobia e a ogni discriminazione, specie in un 
momento in cui nella società c'è tanto disprezzo, odio e 
intolleranza".
L'Agenda di Amnesty International in 10 punti per i 
diritti umani in Italia è stata sottoscritta da oltre 100 candidati, poi eletti 
in Parlamento, appartenenti a vari partiti politici tra cui, oltre a quelli già 
citati, il Partito radicale, il Movimento 5 Stelle e Sinistra, Ecologia e 
Libertà.
È ora il momento che il Parlamento onori questo impegno 
trasformandolo in azione, riconoscendo i crimini d'odio basati su omofobia e 
transfobia e legiferando al riguardo, utilizzando i termini più specifici di 
"orientamento sessuale" e "identità di genere" come motivo della 
discriminazione.
Amnesty International Italia prenderà parte al presidio 
permanente indetto per lunedì 5 agosto, dalle 9 alle 20, dal Circolo Mario Mieli 
davanti a Montecitorio.