Roma, 29 novembre 2013 - La lotta contro l'HIV/AIDS è stata salutata 
come uno dei progetti di salute pubblica più riusciti nella storia, ma –
 in occasione della Giornata Mondiale per la lotta all’HIV, il prossimo 1
 dicembre - l'organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere 
(MSF) ricorda che si tratta di una rivoluzione incompiuta per milioni di
 persone che ancora oggi non hanno accesso alle cure. 
    
    A pochi giorni dalla riunione per il quarto rifinanziamento del 
Fondo Globale per la lotta all'AIDS, la tubercolosi e la malaria – che 
si terrà negli Stati Uniti il 2 e 3 dicembre - MSF esprime la propria 
preoccupazione sull’impegno dei donatori. Se non riusciranno a destinare
 almeno i 15 miliardi di dollari necessari alla ricostituzione del 
Fondo, alcuni paesi in cui l’HIV/AIDS è endemico verranno lasciati 
indietro, paralizzando lo slancio costruito negli ultimi 12 anni. 
    
    “I decessi legati all’AIDS sono ormai rari nei paesi 
sviluppati, ma ogni giorno 4.000 persone, la maggior parte nei paesi in 
via di sviluppo, continuano a morire inutilmente a causa della malattia”, dichiara Stella Egidi, responsabile medico di MSF Italia. 
    
    Nella maggior parte dei paesi con alti tassi di HIV, come il Sud 
Africa, lo Swaziland e il Malawi, l'accesso alle terapie antiretrovirali
 salvavita (ART) è notevolmente migliorato negli ultimi dieci anni. Ma 
oggi, secondo l'UNAIDS, nei paesi a basso e medio reddito una persona su quattro inizia il trattamento per l’HIV pericolosamente in ritardo. 
    
    In molti altri paesi in cui opera MSF - come la Repubblica 
Democratica del Congo (RDC), la Guinea, la Repubblica Centrafricana, la 
Nigeria, il Sud Sudan e il Myanmar – un trattamento precoce rimane fuori
 dalla portata per la maggior parte delle persone che ne avrebbero 
urgente bisogno, nonostante questi paesi siano considerati a bassa 
prevalenza di HIV. 
    
    “Qui a Kinshasa la situazione è estrema. Spesso le persone 
arrivano nel nostro ospedale già in fase avanzata dell’infezione. Per 
molte persone, è troppo tardi e stanno letteralmente morendo alle nostre
 porte. Il 25 per cento non sopravvive e il 39 per cento dei decessi si 
verifica entro 48 ore", racconta Maria Machako medico dell'ospedale per l’HIV di MSF in RDC. “L'accesso
 al test e alla terapia è troppo basso per chi ne ha bisogno, mentre la 
stigmatizzazione è ancora molto alta in tutto il paese”. 
    
    La diffusione del trattamento in Africa occidentale e centrale rimane la più bassa del continente, con il solo 34 per cento.
 In Guinea, meno del 20 per cento dei bambini che necessitano il 
trattamento lo ricevono, e meno della metà delle donne incinte 
sieropositive hanno accesso ai farmaci antiretrovirali per proteggere i 
loro bambini dall’infezione. Oggi, l'AIDS è ancora il killer 
numero uno delle giovani donne in età fertile - non solo nell'Africa 
sub-sahariana, ma a livello globale. Ma, dato ancora più 
allarmante, tre donne incinte su quattro affette da HIV non fruiscono 
del trattamento, tutte in paesi in via di sviluppo. 
    
    Il Lesotho ha uno dei tassi di mortalità materna più alta al mondo. "Qui la copertura antiretrovirale per le donne incinte è scesa dal 76 per cento nel 2011, al 58 per cento nel 2012", afferma Syanness Tunggal, coordinatore dei progetti di MSF in Lesotho. “Con
 una copertura così bassa, ridurre la mortalità materna diventa 
estremamente difficile, soprattutto quando il 58 per cento di questi 
decessi sono associati all'AIDS”.
MSF, in occasione del  1 dicembre, presenta alcune 
video-storie che raccontano ciò che il personale di MSF sperimenta ogni 
giorno in prima persona e evidenziano le strategie messe in atto a 
livello comunitario per aiutare sempre più persone a iniziare prima il 
trattamento e rimanere sotto trattamento a lungo termine. 
    
    “Vogliamo dimostrare che è possibile anticipare l’inizio del 
trattamento per l'HIV e che le persone possono organizzarsi per ricevere
 i farmaci attraverso reti comunitarie, sgravando lestrutture sanitarie 
già sovraccariche di lavoro e aumentando l'aderenza al trattamento. Ma 
alcuni governi si oppongono a dare alle comunità un ruolo più 
importante. Questo deve cambiare”, conclude Stella Egidi, responsabile medico di MSF Italia. 
    
    MSF fa attività di prevenzione e fornisce cure ai pazienti 
affetti da malattie legate all’HIV dalla prima metà degli anni 90. lI 
primo trattamento antiretrovirale è stato somministrato nel 2000. Oggi, 
MSF fornisce il trattamento a più di 280.000 persone affette da HIV/AIDS
 in 21 paesi del mondo. Tutte le cure mediche e i trattamenti sono 
completamente gratuiti. 
    
    Medici Senza Frontiere, nata nel 1971, è la più grande 
organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo. Nel 1999 è stata
 insignita del Premio Nobel per la Pace. Opera in oltre 60 paesi 
portando assistenza alle vittime di guerre, catastrofi ed epidemie. www.medicisenzafrontiere.it; Facebook.com/msf.italiano; Twitter: @MSF_Italia  APP  per Smartphone "MSF - Senza mai restare a guardare" http://app.msf.it ; #MSFemergenze 
    
    LE VIDEO STORIE SULL’HIV (DISPONIBILI SU RICHIESTA IN ALTA RISOLUZIONE):
    
     
    
    Gravidanza e HIV: una doppia sfida
      
http://www.youtube.com/watch?v=R5SBI9EbU3k
      
Un trattamento a misura di bambino
      
http://www.youtube.com/watch?v=MzolXGHO5sE
      
La lotta quotidiana per proseguire il trattamento
      
http://www.youtube.com/watch?v=bU-rbpbEukk
    
     
    
    IMMAGINI PER LE TV: http://www.msf.it/appoggio/MSFHivDay2013.zip
      
    Ufficio Stampa MSF Italia 
      
Chiara Palombella 335.8489761  chiara.palombella@rome.msf.org