ROMA - "A Roma manca una visione politica strategica e una cabina di regia su 
temi sociali. Quello che chiediamo è che si faccia chiarezza su quale visione 
c'è in questa città sulle politiche sociali". E' dura l'accusa nei confronti 
della giunta Marino formulata da Francesca Danese, presidente del Centro servizi 
per il volontariato del Lazio (Cesv) in occasione della conferenza stampa 
organizzata dal mondo del Terzo settore romano per denunciare la chiusura del 
call center "Alzheimer oggi" gestito dall'associazione Alzheimer Uniti Roma 
onlus e dall'associazione Alzheimer Roma onlus. Una realtà che in dieci anni ha 
risposto a circa 11 mila chiamate di familiari e caregiver che si prendono cura 
di persone affette dalla malattia. Il centro, chiuso ormai da una decina di 
giorni, non si è visto rinnovare il finanziamento necessario per portare avanti 
la propria attività, circa 50 mila euro l'anno. "La ragioneria del Comune di 
Roma ci ha detto che non ci sono più soldi - ha spiegato Danese -. Con la giunta 
Alemanno era stato fatto un bando per un milione e 200 mila euro per un centro 
di riferimento per gli anziani con tutte le specificità, dimenticando 
l'Alzheimer. La ragioneria ci ha detto che non paga perchè c'è quest'altra 
struttura, ma quest'ultima non si è mai preoccupata del tema e non ha neanche la 
preparazione". 
Una chiusura quasi coatta, spiega Danese. "Alle associazioni è stato intimato 
di non rispondere più al call center - ha spiegato Danese -. Abbiamo i fax. Il 
centro era un punto di riferimento importante per le famiglie, che venivano 
anche seguite da questo servizio. Era diventato un punto di riferimento anche 
per persone che venivano a curarsi a Roma da altre città del Sud Italia". Ma le 
migliaia di telefonate non sono bastate per convincere Marino a evitare il 
taglio. "La regione Lazio - ha aggiunto Danese -, è l'unica ad avere una legge 
specifica sull'Alzheimer e sono stati inviati soldi ad alcuni municipi per i 
poli sull'Alzheimer. Nonostante questo, il Comune non ha fatto partire neanche 
il polo di Ostia, per esempio, malgrado il finanziamento accordato dalla 
regione". 
Inutili gli appelli all'assessore alle politiche sociali del Comune di Roma, 
Rita Cutini. "Abbiamo cercato un'interlocuzione col Comune - ha spiegato Danese 
-, ci avevano promesso che la situazione sarebbe stata risolta subito, ma non è 
successo assolutamente niente. Oggi pomeriggio incontreremo i dirigenti delle 
Politiche sociali. Ci hanno convocato nel pomeriggio, dopo la conferenza". Per 
Danese, però, la chiusura di questo servizio è solo la punta dell'iceberg di un 
problema ben più grande. "Al Comune chiederemo che venga riattivato il servizio 
- ha aggiunto -, ma soprattutto che si faccia chiarezza su qual è la visione che 
ha questa città sulle politiche sociali. Al momento, qualche municipio fa 
qualche piano di zona, ma la sensazione è che si sta cercando di sostituire la 
cooperazione e i servizi con il volontariato. La sensazione e il nostro timore è 
che si vada verso lo smantellamento di tutto il sistema dei servizi".(ga)