Sono 27 milioni i bambini a rischio povertà o esclusione sociale in 
Europa, più di 1 minore su 4 (28%) nei Paesi UE28. In 
Italia si tratta del 33% della popolazione, ben 3 milioni e mezzo, che si vanno 
ad aggiungere a ben 1 milione di bambini ed adolescenti vive in povertà 
assoluta.
“ Questi dati parlano chiaro: è necessario inaugurare una politica che, 
dispiegandosi in due direzioni, quella nazionale e quella europea, parta proprio 
da qui, dalle fasce più vulnerabili oggi, ma che se adeguatamente supportate e 
formate possono costruirsi un futuro e garantirlo all’Italia e all’Europa”, ha 
affermato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.
“Questo è l’appello che Save the Children vuole lanciare oggi, a pochi giorni 
dal voto europeo, a tutti parlamentari eletti nel nostro Paese che ci 
rappresenteranno nella nostra casa comune europea, dove troppi bambini non 
possono più aspettare”.
Il problema della povertà e dell’esclusione sociale riguarda ormai tutte le 
nazioni europee, compresi i Paesi nordici, tradizionalmente egualitari e con un 
forte welfare. In Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia e Islanda, 
infatti, ma anche in Slovenia, Olanda, Germania, Svizzera e Repubblica Ceca, la 
percentuale dei minori è a rischio povertà o esclusione varia dal 12 al 19%, in 
Italia raggiunge il 33,8%, in Grecia, Ungheria e Lettonia varia tra 35 e 41%, 
per superare addirittura la metà del totale (52%) in Romania e 
Bulgaria. Un gap sempre più ampio rispetto agli obiettivi stabiliti 
dall’Europa per una crescita sostenibile e inclusiva, che prevedono 
l’affrancamento di almeno 20 milioni di individui dal rischio povertà o 
esclusione sociale entro il 2020.
Sono proprio i minori ad essere più vulnerabili: il 
gap sul rischio povertà o esclusione sociale tra minori e 
adulti tocca i livelli più alti in paesi come Romania e 
Ungheria (dove supera il 10%), Malta, Lussemburgo, Slovacchia, ma anche Spagna, 
Irlanda e Francia, ma anche in Italia si attesta al 
5%.
Per un paese come il nostro in cui anche la dimensione del lavoro 
rimane a rischio, è fondamentale sottolineare come gli effetti delle 
difficoltà lavorative dei genitori si riverberano sui minori: di fatto a 
livello europeo i figli di coloro che hanno una bassa intensità lavorativa2 
sono esposti il 56,7% in più al rischio di povertà o esclusione sociale 
rispetto a chi è figlio di genitori con un’intensità lavorativa più 
elevata3.
Sul fronte del welfare, dove la parità di accesso ai servizi per l’infanzia e 
all’educazione è fondamentale per garantire uguali opportunità e spezzare il 
circolo della povertà, solo meno della metà dei Paesi 
europei, tra cui non figura l’Italia, hanno reso disponibili i servizi per 
l’infanzia ad almeno 1/3 della popolazione sotto i 3 anni entro il 
2010, come stabilito dagli obiettivi condivisi.4
Anche il livello di istruzione delle famiglie di origine gioca un ruolo 
rilevante sulle condizioni dei minori. La percentuale di minori a 
rischio povertà o esclusione sociale nei Paesi UE (esclusa la Croazia), infatti, 
è cresciuta in media dal 55.3% al 61% per i bambini figli di genitori con un 
basso livello di istruzione, mentre per le famiglie con un grado di 
istruzione elevato l’incremento si limita a mezzo punto percentuale. L’impatto 
negativo di una scarsa istruzione familiare rischia purtroppo di perpetuarsi nel 
futuro dell’Europa, visto che il 13% degli adolescenti abbandona la 
scuola dopo la secondaria di primo grado e non partecipa più ad alcun percorso 
formativo o educativo, una percentuale che raggiunge il 17,6% in Italia 
e supera il 20% in Spagna, Portogallo e Malta.5
Quasi 2 bambini europei su 5, 1 su 4 in Italia, vivono in 
condizioni abitative inadeguate benché  l’11% dei nuclei familiari in 
Europa destina più del 40% del reddito all’abitazione, con l’Italia 
appena sotto la media (10,7%). Pertanto, con il poco che rimane, i 
genitori non riescono più a dare ai loro figli la possibilità di partecipare 
alle attività culturali, formative e ricreative con i loro 
coetanei.     
“In Italia, ma anche in alcuni paesi europei, i bambini sono poveri due 
volte: se da un lato sono oltre 1 milione quelli già colpiti dalla povertà 
economica estrema e 3 milioni e 500 mila a rischio esclusione - per la gran 
parte al Sud – dall’altro anche il futuro rischia di essere azzerato dalla 
povertà educativa, la privazione per un bambino e un adolescente della 
possibilità di apprendere, di sperimentare le proprie capacità, di sviluppare e 
far fiorire liberamente i propri talenti e aspirazioni, a causa offerta di 
servizi e opportunità educative e formative per bambini e adolescenti.”, 
continua Valerio Neri.
“Nel nostro paese sono largamente insufficienti gli asili e le scuole a tempo 
pieno, pochissimi i libri, lo sport, l’arte e perfino internet a occupare il 
tempo libero, alto e allarmante il tasso di dispersione scolastica, situazione 
che con differenze in varie regioni italiane, esattamente come diverse sono le 
situazioni a livello europeo. Per questo Save the Children ha lanciato 
la campagna Illuminiamo il Futuro, per dare un contributo fattivo e 
chiedere alle istituzioni di mettere in atto alcune misure cruciali per 
contrastare la povertà educativa”.
Illuminiamo il Futuro è una campagna di sensibilizzazione, 
raccolta fondi fino al 1° giugno attraverso numerazione solidale (45509), che 
prevede l’avvio di un intervento programmatico sul territorio con l’apertura in 
5 città (Palermo, Catania, Gioiosa Ionica (RC), Bari, Genova) dei primi 
Punti Luce, centri nei quartieri svantaggiati di grandi città e gestiti 
in collaborazioni con realtà locali dove bambini e adolescenti possono studiare, 
giocare, avere accesso ad attività sportive, culturali e creative. Inoltre i 
bambini e gli adolescenti in condizioni accertate di povertà, saranno sostenuti 
da una Dote Educativa, un piano formativo personalizzato che 
consentirà ad esempio l’acquisto di libri e materiale scolastico, l’iscrizione a 
un corso di musica o sportivo, la partecipazione ad un campo estivo o altre 
attività educative individuate sulla base anche delle inclinazioni e talenti del 
singolo bambino. Entro fine 2014 Save the Children prevede di arrivare a 
10 Punti Luce - con aperture a Napoli, Roma (2), Torino, Milano 
(2)  - e di assegnare 1.500 doti educative.
Save the Children fa appello a tutti i Paesi europei, alle istituzioni UE e 
ai parlamentari eletti  perché vengano stabilite strategie e piani mirati per la 
riduzione della povertà minorile, con un approccio multi-settoriale, che parta 
dalla difesa dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Occorre agire immediatamente per contrastare la povertà minorile per ottenere 
un cambiamento reale e duraturo. Un bambino che non ha oggi la possibilità di 
coltivare il proprio talento e le proprie potenzialità oggi, rischia domani di 
continuare a vivere in povertà. L’investimento sull’infanzia è vantaggioso, 
economicamente, socialmente e politicamente.” conclude  Valerio 
Neri.