Per 'scavalcare' l'autismo, nel mondo 
virtuale come in quello reale. È questo l'obiettivo del progetto 
lanciato dalla cooperativa Tice per aiutare lo sviluppo delle autonomie 
dei ragazzi affetti da autismo. Una sfida che ha conquistato 
l'attenzione (e il sostegno) de "I bambini delle Fate", una delle 
Fondazioni più impegnate sul fronte della disabilità e della ricerca.
"L'obiettivo – spiega la presidente di 
Tice Francesca Cavallini – è far crescere le opportunità di 
socializzazione per gli adolescenti con autismo nel mondo reale e in 
quello virtuale, attraverso due differenti modalità di interazione e di 
intervento che abbiamo chiamato S.I. Home e Mindbook. Il nostro progetto
 vale 180mila euro e la Fondazione ci farà da sponsor nell'azione di 
fundraising sul territorio, dove già una decina di imprenditori hanno 
manifestato interesse".
"S.I. Home è un esempio di social 
innovation – spiega Cavallini – in cui adolescenti ricevono aiuto e 
supporto scolastico in cambio di tempo trascorso con coetanei con 
autismo. Mindbook è invece una app che consentirà ai ragazzi e alle 
famiglie di ragazzi con disabilità di fare rete in un ambiente 
protetto". S.I. Home (La Casa della Social Innovation) prevede di 
sviluppare un ambiente cibernetico che promuova la cittadinanza attiva 
di adolescenti e li metta in contatto con ragazzi con autismo.
"Immaginatevi una casa a tre piani – 
spiega la presidente – il progetto prevede di trasformare questi tre 
piani in luoghi di interazione strutturata in cui professionisti 
dell'educazione e adolescenti lavorano per migliorare le abilità sociali
 di ragazzi con autismo e bisogni educativi speciali. Al primo piano 
prevediamo di costruire una palestra in cui scienziati motori e 
neuropsicomotricisti. Al secondo piano una living room con cucina, 
videogiochi e musica in cui adolescenti con disabilità possono imparare 
dai coetanei abilità sociali fondamentali. Al terzo piano invece, un 
dopo scuola altamente tecnologico dedicato ad adolescenti che hanno 
difficoltà a scuola. I ragazzi con difficoltà scolastiche non dovranno 
pagare la lezione privata ma sarà sufficiente che si fermino un'ora con i
 coetanei e i professionisti. Il progetto ha come partner il Comune di 
Castel San Giovanni e gode della supervisione scientifica dell'Unità di 
Psicologia dell'Università di Parma".
"La parte virtuale del progetto – 
aggiunge la presidente di Tice – consiste invece nella creazione di un 
innovativo social network per ragazzi con disabilità e difficoltà 
sociale: Mindbook. Esattamente come Facebook, Mindbook vuole cambiare 
profondamente molti aspetti legati alla socializzazione e 
all'interazione tra individui con disabilità mentale e difficoltà si 
socializzazione. Il social serve per mettere in rete famiglie ed enti 
che condividono problematiche simili per creare opportunità di sviluppo 
di servizi territoriali, formulare richieste alle pubbliche 
amministrazioni e mettere in rete le esigenze. Ma non solo, si propone 
anche di "insegnare" all'allievo l'utilizzo di un social network in un 
contesto protetto e privo di rischi, per sviluppare reali relazioni 
amicali via social".