Segue il testo della dichiarazione rilasciata da Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia:
"Nella seconda metà di maggio 
centinaia di persone (tra cui decine di bambini) 
sono morte durante l'attraversamento del mar Mediterraneo.
Stipate
 all'inverosimile su barche inadatte alla navigazione, incentivate 
dall'abbassamento dei prezzi dell'imbarco e costrette a imbarcarsi il 
prima possibile dalla violenza, dalle torture e dagli stupri che 
subiscono in Libia, decine di migliaia di persone sono partite e sono 
destinate a continuare a partire verso l'Italia. Molte di esse sono, 
purtroppo, anche destinate a morire.
Di fronte a questa situazione, 
le pur encomiabili operazioni di ricerca e soccorso in mare,
 svolte da vascelli militari e civili così come da navi di 
organizzazioni non governative - che hanno salvato da morte certa oltre 
10.000 persone nel mese di maggio - 
non possono essere la soluzione di lungo periodo.
I paesi di origine delle persone che hanno preso il largo dalla Libia e anche dall'Egitto
 lasciano intendere che si tratti, in molti casi, di richiedenti asilo in fuga dalla persecuzione, dalla guerra e dal terrore di governi e di gruppi armati, provenienti da 
Eritrea, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Nigeria.
Anziché
 proporre piani per finanziare paesi in cui la situazione dei diritti 
umani è pessima - piani destinati a prevenire le partenze senza 
risolvere i motivi di fuga - o ipotizzare interventi militari per 
"stabilizzare" la Libia - anche in questo caso, con l'obiettivo non 
dichiarato ma palese di fermare le partenze - 
i paesi dell'Unione europea dovrebbero concentrare i loro sforzi e investire tutte le risorse necessarie nell'organizzazione di 
percorsi legali e sicuri per i richiedenti asilo.
Quanti altri morti in mare saranno necessari prima che l'Unione europea 
si renderà finalmente 
conto
 di quanto irresponsabile, cinico e contrario a ogni esigenza di 
sicurezza sia stata la politica di negare quei percorsi legali e sicuri per mettere il destino e la vita di uomini, donne, bambini e neonati nelle mani della criminalità organizzata?"