LAMEZIA TERME - A tavola con i prodotti coltivati sui terreni confiscati alla mafia. Grande riscontro ha ottenuto a Lamezia Terme la "Cena della legalità" organizzata dal coordinamento Catanzaro-Lamezia dell'associazione Libera di cui è responsabile Emma Leone. La manifestazione giunta alla sua quarta edizione ha registrato la presenza di personalità della Chiesa e della società civile, da sempre impegnate nella lotta al malaffare. Prima di gustare la cena intorno alla grande tavolata allestita sul principale corso cittadino, i numerosi commensali hanno assistito al dibattito dal tema "Abitare la legalità", moderatola Enzo Caroleo, in rappresentanza del coordinamento lametino di Libera. Tante le testimonianze che si sono susseguite a cominciare da quelle dei due sacerdoti: don Marcello Cozzi e don Giacomo Panizza. Don Cozzi, presidente della fondazione antiusura della Basilicata ha affermato che ormai attraverso l"usura, la mafia riesce a entrare nei territori ancora incontaminati dalla criminalità, infiltrandosi nell'economia legale. "Non si riesce più a quantificare il fenomeno usura - ha rimarcato il sacerdote - in questo modo i mafiosi riescono ad aggredire la società sana senza fare clamore". Per don Giacomo Panizza, codirettore della Caritas di Lamezia e presidente della comunità "Progetto Sud" la legalità deve diventare "habitus", modus vivendi quotidiano. Panizza ha spiegato che "abitare la legalità è voler costruire l'uguaglianza e la libertà; è tempo di volere una diversa normalità dove sia normale stare con gli altri, all'insegna della solidarietà e della fraternità". Altra significativa testimonianza è stata quella di Giacomo Zappia, presidente della cooperativa "Valle del Marro" di Gioia Tauro, una realtà nata solo pochi anni fa grazie al coraggio di un gruppo di giovani che hanno impiantato una cooperativa agricola su dei terreni appartenuti alla mafia. "Abbiamo subito gravi attentati intimidatori ha raccontato Zappia- ma non ci siamo persi d'animo e continuiamo a lavorare". La "Valle del Marro" ha già immesso sul mercato dei prodotti doc come l'olio extra vergine di oliva, le melanzane, il peperoncino e due tipi di miele. In cooperativa vengono organizzati anche i campi estivi che richiamano ragazzi da altre regioni italiane "Insieme - ha rimarcato il presidente della cooperativa- abbiamo lanciato un chiaro messaggio che è quello di dare lavoro nel rispetto delle regole e della legalità". Di grande impatto emotivo il racconto di Silvana Fucito, presidente dell'associazione antiracket di San Giovanni a Teduccio di Napoli, un'esperienza forte quella dell'imprenditrice partenopea che ha dichiarato guerra a chi le ha distrutto l'azienda, mettendo in ginocchio la sua attività economica. " A Napoli la gente si è svegliata - ha detto Fucito- sono sempre più numerosi gli imprenditori e i commercianti che non vogliono pagare il "pizzo". Smettiamola di fare cattiva cittadinanza e diamoci una mossa: noi, tutti insieme, possiamo veramente vincere questa guerra, senza stare ad aspettare la manna dal cielo. Inoltre sia Napoli che Lamezia sono state inserite nel programma di tutoraggio antiracket del Viminale: allora - ha esortato - non lasciamoci sfuggire quest'occasione, altrimenti resteremo isolati". Carlo Andorlini, responsabile nazionale di Libera-scuola ha posto l'accento sull'importanza dell'educazione e della formazione, unici elementi basilari per far crescere quella cultura della legalità già con i bambini e i ragazzi delle scuole. Il sindaco di Lamezia, Gianni Speranza, ha annunciato che il Comune aderirà all'associazione lametina antiracket che ha collaborato ad organizzare la quarta edizione della "Cena della legalità", patrocinata dalla stessa amministrazione comunale. Il primo cittadino ha auspicato la creazione di una rete sempre più ampia e forte tra istituzioni, associazioni e sindacati, uniti da una strategia comune e dagli stessi intenti per contrastare il potere malavitoso. Speranza ha detto che l'antimafia può dare impulso al lavoro, allo sviluppo economico; la sicurezza e le misure di prevenzione a favore degli imprenditori e dei commercianti, sono buoni fattori di investimento ma sono soprattutto garanzia di benessere e di pacifica e civile convivenza per la collettività. (Maria Scaramuzzino)

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