Torino. 
5415 nuove organizzazioni di volontariato e 4535 preesistenti iscritte nei 
registri, ma è un dato su cui occorre aprire una riflessione perché contrasta con una 
crescita relativamente contenuta di volontari e di risorse economiche disponibili 
ed è accompagnato da una lieve redistribuzione delle organizzazioni tra i settori di 
attività e da un numero in continua crescita di utenti. 
Il quadro, che desta qualche preoccupazione e richiede approfondimenti, è stato 
tracciato dal vice presidente del Consiglio regionale del volontariato, Giorgio 
Groppo, domenica 30 settembre, durante un'audizione a Palazzo Lascaris in 
occasione della Giornata regionale del volontariato.  
"Dopo la legittimazione, con la legge 266, del volontariato nel nostro Paese a 
svolgere anche servizi essenziali - ha detto Groppo - nessuno avrebbe potuto 
immaginare un così forte sviluppo di questa realtà, fino ad arrivare alla situazione 
paradossale per cui oggi si tende a trasferire al privato le incombenze sociali che il 
pubblico non riesce più a garantire."  
Di fronte al Consiglio regionale, Groppo ha chiesto una profonda revisione degli 
istituti legislativi, in parte superati. In relazione alla legge regionale 38 del 
1994, il presidente del Centro Servizi del Volontariato della provincia di Cuneo 
consegna un documento che contiene spunti di riflessione per una modifica delle 
norme. Le richieste sono precise: per l'indicazione dei rappresentanti del 
volontariato nel Comitato di gestione del Fondo Speciale si chiede di coinvolgere 
direttamente il Consiglio regionale del volontariato; i Centri di Servizio devono 
avere garanzia di reale autonomia; il Consiglio del volontariato deve essere 
consultato dalla Regione sulle materie di sua competenza.  
"In via generale - dice ancora Groppo - c'è spesso confusione tra il termine 
volontariato e altre forme portatrici di solidarietà come il servizio civile 
nazionale, la promozione e la cooperazione sociale. 
Inoltre - aggiunge - in tempo di 
crisi c'è la tendenza ad attribuire al volontariato una funzione di supplenza, 
anziché di supporto ed integrazione, rispetto alle Istituzioni ed agli Enti locali e 
ciò non é corretto."  
Insomma, la Giornata regionale del volontariato è servita per mettere alcuni punti 
fermi e cominciare a fare chiarezza su di un settore che "se autentico, è una scuola di 
vita" e si contraddistingue per la sua intrinseca vocazione a muoversi verso.  
"Un nuovo rapporto con la comunità locale e con il proprio ambiente operativo deve 
essere al centro della nostra esperienza - conclude Groppo -: un rapporto da 
verificare continuamente", anche con il ricorso al sistema di responsabilità 
sociale "che induce a investire di più nel capitale umano, nell'ambiente e nella  
comunità."  
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