Il Business Model Canvas (BMC) è uno strumento pensato e realizzato da Alex Osterwarder e da Steve Blank per tutte quelle organizzazioni che vogliono analizzare, implementare, modificare e innovare il proprio modello di business. Questo strumento, aiuta a definire in modo chiaro e lineare in che modo l’organizzazione è in grado di generare valore e distribuirlo per ottenere del profitto. Tengo a sottolineare che se riprendiamo la definizione di marketing, che tanto mi sta a cuore, oggi più che mai un’organizzazione deve essere in grado di produrre valore, distribuire valore, catturare valore, modificare e implementare il valore iniziale e ridistribuirlo. Questo metodo è molto immediato e flessibile ed è applicabile all’organizzazione come a un progetto o a una singola azione. Incentiva il lavoro di gruppo e l’interazione tra persone. Agevola il passaggio di informazioni: questo modello visivo è facilmente comunicabile all’interno dell’organizzazione e facilita un allineamento informativo indispensabile al raggiungimento degli obiettivi strategici e operativi dell’impresa. Tutto sembra essere semplice e lineare. Compilare un BMC quindi, è sufficiente al raggiungimento di tutti i possibili obiettivi di un’organizzazione? Ma se l’obiettivo dell’organizzazione non è il guadagno? Se il guadagno, in parte, è la conseguenza di un atteggiamento e se la nostra organizzazione non raggiunge i risultati desiderati ed è in difficoltà il BMC potrà aiutarci? La risposta è sì, ma con alcuni accorgimenti. Alex Osterwarder e Steve Blank hanno apportato delle modifiche al BMC dando vita al Mission Model Canvas.  
  • Non clienti, ma beneficiari
  • Non canali di distribuzione, ma implementazione
  • Non struttura dei costi, ma budget
  • Non flussi di ricavi, ma criteri di successo
Questo strumento è utile a tutte quelle organizzazioni il cui obiettivo non sta nel raggiungimento del massimo guadagno ma, nella realizzazione di una missione. Tra queste organizzazioni, le non profit, hanno la caratteristica di dover "reperire fondi/finanziamenti" dall’esterno per garantire il proprio funzionamento, una continuità nell’innovazione e nella ricerca e garantire servizi di qualità alle fasce più fragili della comunità. Indubbiamente la questione dei ricavi è un elemento da considerare in quanto insito nella definizione stessa di “impresa”. Questo è il motivo per il quale le non profit potrebbero compilare sia il Business Model Canvas per individuare le modalità con le quali intendono attrarre clienti dei loro servizi e conseguentemente finanziamenti, sia il Mission Model Canvas, per individuare i beneficiari di altro genere e stabilire i metodi di coinvolgimento degli stessi. In fase di progettazione di un servizio o prodotto (Business Model Canvas) sarebbe necessario uno sguardo parallelo a quello di business per poter implementare il progetto su fronti differenti. In questo modo l’organizzazione potrà più facilmente, perseguire la propria mission, caricare di valore il proprio brand e focalizzare la comunicazione sui molteplici beneficiari che caratterizzano le imprese non profit.

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