Motivazioni, tecniche, strumenti, linguaggi, segni che caratterizzano una vera e propria cultura: la cultura del dono. A tutti noi è successo almeno una volta di chiedersi come poter spiegare una tecnica o una buona pratica in modo semplice ed efficace. Credo che raccontare una situazione o una storia sia, per me, il metodo più efficace. Per questo ho voluto fare un’intervista a Elia Tronchin, regista e sceneggiatore presso Eventi e Cene Con Delitto - Elp. La motivazione principale che mi ha spinta a rincorrere Elia è stata quella di provare, attraverso il racconto diretto dei fatti, a fare emergere motivazioni, tecniche, strumenti, linguaggi, segni che caratterizzano un comportamento donativo. Il linguaggio del dono non è facilmente riconoscibile in quanto, è talmente parte dell’uomo e delle comunità che spesso non gli diamo la giusta importanza, non riconosciamo la sua presenza ma soprattutto non lo raccontiamo. Solitamente lo facciamo passare sotto traccia o spesso lo confondiamo e lo definiamo come una delle tante tecniche di marketing o di posizionamento. Il mio umile parere è che dobbiamo raccontare quello che facciamo con un linguaggio adeguato, chiamando le cose con il proprio nome. Se vogliamo che il dono si diffonda e che diventi uno strumento irrinunciabile per comunità più desiderabili e generative dobbiamo nominarlo, indicarlo assegnargli dei referenti precisi e riconoscibili. In questo caso vorrei parlarvi di Elia e della sua fantastica Compagnia, di Mariella Carradore, di Francesco Tosato, di Cristian Truzzoli, di Selene Cameruccio  e di Andrea Zavarise titolare del Ristorante Michelin di Tregnago. Tutti impegnati, più o meno consapevolmente da subito (infatti spesso la consapevolezza di quello che succede avviene abbandonandosi agli eventi, solo durante e dopo si comprende meglio) in un evento di raccolta fondi per un progetto della Cooperativa Sociale Monteverde Onlus per l’acquisto di un pulmino attrezzato per il trasporto di persone con disabilità. Personalmente collaboro con la Monteverde da due anni ma questa è un’altra storia. Dopo l’evento di raccolta fondi ho rincorso Elia, sempre super impegnato, per proporgli di fare questa breve intervista e lui, fiducioso ha accettato. Elia è un ragazzo che fa ogni cosa con entusiasmo, riconosce le opportunità ed è spinto da una grande fiducia verso l’altro.   Ciao Elia ben ritrovato. Hai voglia di raccontarci brevemente di te e di The Elp? Chi siete? Cosa fate? Come lo fate? Ciao Stefania grazie dell’opportunità di raccontare quello che abbiamo fatto anche se mi rendo conto man mano che passa il tempo quale sia la portata dell’attività svolta. Probabilmente con il tempo sarà ancora più chiaro. Quello che dici Elia, è vero, spesso nasce tutto da uno stimolo tipo "4 amici al bar" ma poi presto, ci si rende conto che è ben altro. Elia, parlaci di te e di Eventi e Cene Con Delitto - Elp. The ELP nasce per dare una soluzione intrigante e divertente con le sue Cene con Delitto a Verona, Vicenza, Padova, Brescia, Rovigo, Trento per feste, eventi, cene aziendali, addio al nubilato/celibato e eventi particolari. È uno dei progetti dell'Associazione "Il gioco è vita". Io scrivo le storie e le sceneggiature e con tutti i miei meravigliosi colleghi portiamo il teatro in sala da pranzo: sono tutti professionisti bravissimi. Lo scopo principale è divertirci, se non ci divertiamo, non possiamo divertire gli altri. Noi ci prendiamo cura delle persone mentre fanno quelle cose che stanno alla base della vita: mangiano, bevono, stanno insieme e ridono, si divertono. Per questo per noi è molto importante prenderci cura di loro e renderli felici. Importanti per noi sono i nostri partner. L’esperienza deve essere piacevole per tutti i sensi: olfatto, gusto, vista, udito e non di meno mente e cuore. Scusami se sorrido Elia, mi permetto di sottolineare che anche la Monteverde si occupa di persone e della loro felicità e questo mi fa fare una riflessione: "chi si somiglia si piglia". Non è una riflessione filosofica ma rende l’idea. Che dici? Vero Stefania, mi fai riflettere su questo aspetto e penso sia questo uno dei motivi per i quali abbiamo scelto Monteverde per la nostra attività sociale. Mentre esponevo l’opportunità ai miei colleghi, nulla stonava. Hanno deciso subito, senza dubbi. Credo sia quella cosa che tu nomini spesso, la fiducia e anche affinità tra le parti.   Qual è la motivazione che vi ha spinti a fare un evento a sostegno di un progetto sociale? Come avete conosciuto la Monteverde? Ci sono molte realtà sul territorio perché avete scelto questa organizzazione? Siamo venuti a conoscenza dell’esistenza della Monteverde grazie ad una nostra cliente Mariella Carradore che ci ha proposto di distribuire, durante una Cena con Delitto, del materiale della cooperativa della quale è socia da 15 anni e noi, molto volentieri abbiamo accettato. Successivamente abbiamo parlato con Mariella della possibilità di collaborare in qualche modo e lei ci ha messo in contatto con Francesco Tosato, vice presidente e direttore dell’ufficio progettazione e sviluppo della cooperativa. Da qui è partita la reciproca conoscenza. L’opportunità che abbiamo intravisto noi è quella di fare una "Cena con Delitto" in un territorio dove non eravamo ancora presenti, sostenendo un progetto di un’organizzazione molto radicata sul territorio, conosciuta e che comunica bene e costantemente. Avremmo anche potuto contattare direttamente i ristoratori della zona, sappiamo come fare ma ci siamo allargati con il pensiero e conoscendo Francesco e i suoi collaboratori, le attività della Monteverde e le sue modalità di stare sui territori abbiamo pensato che la soluzione vincente fosse collaborare sostenendo un progetto importante e ambizioso. Così è stato. In poco tempo abbiamo organizzato l’evento, mettendo ognuno le proprie competenze a disposizione del progetto. L’ obiettivo comune era evidente.   Ci descriveresti brevemente come sono andate le cose successivamente all’incontro con la Monteverde? Come vi siete suddivisi i compiti? Certamente Stefania, sarò breve anche perché tutto è andato molto bene e da subito ho percepito la competenza di Francesco e dei suoi collaboratori. L’organizzazione aveva le idee molto chiare sul progetto da sostenere, sulle modalità di relazione con noi, su chi appoggiarsi come attività ristorativa, sul budget di comunicazione che aveva a disposizione, sulle liste di contatti da condividere, sulla donazione, su come preparare la sala per poter sfruttare al meglio l’occasione. Ci è stato subito chiaro che per Monteverde non era solo raccogliere fondi, ma era una questione molto più ampia: si stava aprendo una relazione con una nuova realtà. Nel primo incontro abbiamo deciso insieme il progetto da sostenere, era molto chiaro che il pulmino era una priorità assoluta. Poi la data dell’evento: 21 luglio 2017. Avevamo 1 mese giusto per organizzare tutto e per scegliere il ristorante che ci avrebbe ospitato e sostenuto: Ristorante Michelin di Tregnago. Quello è stato il momento esatto nel quale abbiamo avuto la sensazione di quanto la Monteverde sia rispettata, conosciuta e sostenuta sul territorio. Abbiamo messo a disposizione tutte le nostre liste di contatti senza esitare un attimo.   Scusa se ti interrompo, mi stai dicendo che Andrea Zavarise del ristorante ha accettato la sfida subito? Sì, ha accettato la sfida con la riserva di vedersi per pianificare bene tutto. Non conosceva il tipo di evento ma ha dimostrato stima e fiducia nell’organizzazione e questo ci ha confermato quello che pensavamo. Nel secondo incontro abbiamo capito che avevano già pianificato la comunicazione e i materiali da distribuire quella sera, chi faceva cosa e entro quando. Fantastico!!! Infatti Francesco ci ha spiegato che Cristian Truzzoli, in collaborazione con Gravitalab, avrebbe preparato la campagna e declinato sui vari strumenti, attraverso diversi canali. Selene Cameruccio, una stagista di un progetto che si chiama Story Lab, avrebbe coordinato e preparato tutto il materiale da distribuire quella sera: certificato di missione Monteverde, gadget realizzato in buona parte nei laboratori riabilitativi della Cooperativa, moduli per la raccolta dati e meccanismo per fare in modo che le persone presenti fossero stimolate a lasciare i propri contatti, impostazione dei messaggi post evento per ringraziare e informare. Mi sentivo in una botte di ferro. Sarebbe stato un successo e ne saremmo usciti tutti vincenti: Monteverde, The Elp, Michelin, i nostri clienti/sostenitori (ho anche imparato cose nuove, non sono solo clienti ma sono sostenitori) ma soprattutto tutti gli uomini e le donne che usufruiranno del pulmino attrezzato.   Ultima domanda Elia. L’evento è stato un successo? Tu e i tuoi colleghi cosa avete pensato nei giorni successivi alla serata? 132 persone in sala, cibo buonissimo e posto accogliente, le tavole erano apparecchiate bene e con il materiale Monteverde abbiamo fatto tutti una bella figura. Tutti vincenti e si sono aperte per tutti noi nuove strade di sviluppo sia di lavoro che di attività a sostegno di progettualità. Infatti a ottobre 2017 con il ristorante Michelin faremo una “Cena con Delitto” puramente commerciale dove inviteremo Monteverde a promuoverci, a esserci, a sostenerci e successivamente a gennaio, marzo e luglio 2018 altre tre date per raccogliere fondi per il pulmino che è diventato anche una nostra sfida.   Grazie Elia del tuo tempo e della tua testimonianza. Potresti far vedere del materiale interessante che siamo sempre molto curiosi? Si certo. Ecco l'articolo pubblicato sull'Arena e questo è l'album fotografico completo della serata. Qui di seguito un paio di foto della sala e dei materiali distribuiti.   Tornando alla domanda di apertura, di cosa parliamo? Sarebbe interessante analizzare, per tutti e tre gli attori della nostra storia, i fatti alla luce del BMC e del MMC. Potremmo scoprire delle cose molto interessanti. Alla prossima!  

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