"È un fenomeno che assomiglia al pizzo - dice Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro - ragazzini indotti a consumare droga, alcol ma anche a sperperare soldi ai videopoker diventano ricattabili. E per ripianare i debiti, vergognandosi di chiedere aiuto ai genitori, sono costretti a 'pagare il pizzo' loro imposto da adulti ma anche da coetanei". "Non è infrequente - aggiunge il neuropsichiatra infantile - che gli venga chiesto addirittura di prostituirsi. La vergogna aumenta e la vittima cade sempre più in basso e diventa sempre più vittima dello sfruttatore". Un esempio è stata la vicenda scoperta nel settembre scorso a Parma: coinvolte alcune ragazzine di 14 anni cadute in un giro di prostituzione in cambio di ricariche per il cellulare. Dunque, secondo Caffo, "bene ha fatto il ministro Amato a denunciare la fragilità del sistema che permette tutto ciò e un fenomeno contro il quale è indispensabile adottare strumenti di intervento e aiuto agili ed efficaci e insistere nell'educazione alla legalità". Il fenomeno della prostituzione minorile, e quello dello sfruttamento della prostituzione a opera di minorenni, è d'altronde sempre più all'attenzione delle forze dell'ordine e della magistratura. A prostituirsi sono sia ragazzine che ragazzini; e non più soltanto italiani, ma ormai principalmente minori stranieri arruolati, trasferiti e controllati in Italia da potenti organizzazioni criminali. Non esistono dati sicuri sull'entità del fenomeno. Le ultime cifre ufficiali, dell'Osservatorio sulla prostituzione del ministero dell'Interno, dicono che sono stati 118 i minorenni sfruttati nell'intero 2006 e 21 nei primi tre mesi del 2007. Strumenti utili anche a combattere il fenomeno della prostituzione minorile potrebbero arrivare dal ddl sulla prostituzione, che la prossima settimana sarà presentato in preconsiglio dei ministri.

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