Portiamo alla vostra attenzione un interessante articolo di Lorenzo Dornetti, psicologo specializzato in neuroscienze e Ceo di Agf Group, che affronta le differenze tra il cervello femminile e quello maschile con particolare riferimento al settore lavorativo.

 

Il tema della “donna sui luoghi di lavoro” è trattato spesso negli ultimi anni. 

A volte prevale un taglio economico, evidenziando la discrepanza di retribuzione a parità di ruolo ricoperto e competenze.

Frequentemente emergono dalla cronaca, dal caso Weinstein in poi, situazioni in cui uomini di potere “abusano” della loro posizione, arrivando agli estremi che ben conosciamo.

Ancora nel 2019, la parità reale sui luoghi di lavoro, è lontana dall’essere raggiunta.

Voglio analizzare il tema del cervello femminile nella professione dalla prospettiva delle Neuroscienze.

Esistono differenze scientificamente dimostrate tra cervello femminile e maschile? Sgombro immediatamente il campo da inutili polemiche. Studi scientifici hanno dimostrato che gruppi misti, composti da uomini e donne, indipendentemente dal sesso del loro “capo”, hanno migliori prestazioni rispetto a team composti da sole donne o soli uomini. Questo dato conferma indirettamente che ci sono differenze significative tra cervello maschile e femminile, tanto che quando lavorano insieme ottengono risultati maggiori.

In cosa il cervello femminile batte quello maschile sul luogo di lavoro? In almeno 3 aree:

 

1) Presa di decisione “complessa”

Molte ricerche sulle aree cerebrali che si attivano nella presa di decisione mostrano diversità tra i sessi. Le donne attivano prevalentemente il lobo frontale, è l’area maggiormente connessa al cervello limbico, che governa relazioni ed emozioni, la porzione di cervello che integra le informazioni provenienti dai sensi. Gli uomini mostrano un’attività corticale più diffusa. In termini pratici significa che i maschi hanno un processo di decisione più rapido, ma che non tiene in considerazione molti elementi provenienti dal contesto esterno ed interno. Gli uomini scelgono più rapidamente, ma commettono molti più errori. Le donne impiegano più tempo, ma le loro scelte sono più accurate. Il motivo risiede in questo approccio olistico tipico del “decision making femminile” in cui elementi razionali si integrano a riflessioni che attengono alla sfera emotiva, relazionale, ambientale. Nei contesti complessi in cui le informazioni cambiano continuamente, una decisione olistica, è maggiormente efficace soprattutto se valutata sul lungo periodo. Quello che si chiama “intuito femminile” ha un senso biologico, non solo poetico.


2) Multitasking

Le donne hanno 10 volte la materia bianca degli uomini. La materia bianca ha la funzione di relazionare le aree cerebrali tra loro. Questa capacità di far fluire “corrente elettrica” in aree diverse con maggiore rapidità è alla base della capacità femminile di passare da un compito all’altro. Le donne sono più “multitasking” degli uomini. In aziende dove è richiesto lavorare su più progetti ed attività in parallelo, le prestazioni lavorative femminili sono più accurate durante i periodi in multitasking degli uomini.
 

3) Capacità linguistica

Le aree dell’emisfero destro connesse al linguaggio hanno una densità superiore nel cervello femminile. L’uomo mostra attività in 4-6 aree neurali, mentre le donne tra 12-14. Questo determina una maggiore facilità per il “gentil sesso” in tutto quanto attiene la comunicazione, sia scritta sia verbale. Le donne riescono meglio degli uomini a trasformare in parole i concetti che vogliono esprimere, a rendere le intenzioni volute, a cogliere le sfumature nell’interlocutore. Per questo in molte professioni legate al “sales & marketing” battono i loro colleghi uomini. 

Consiglio a tutti i manager uomini di leggere con attenzione questo articolo. Equilibrare il rapporto nel numero e nei ruoli tra uomini e donne, non è una questione di quote rosa, è una strategia scientificamente dimostrata per tenere elevato il livello di produttività sul posto di lavoro. I pregiudizi e le discriminazioni generano utili minori in bilancio, cosa di cui l’Italia in questo momento, non ha proprio bisogno.

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