Perchè un'Organizzazione Non Profit dovrebbe aprire una pagina Facebook oppure un account Instagram o Youtube? L'interrogativo di fondo per un’associazione, così come per ogni altro ente, non è tanto la questione di "essere sui social" ma piuttosto "in che modo esserci".

I social media, infatti, come tutti gli strumenti di comunicazione digitale, sono considerati un volano di crescita e di affermazione della propria mission, al fine di facilitare donazioni e raccolte fondi e al tempo stesso coinvolgere in modo sempre più personalizzato i propri pubblici di riferimento. Attraverso una strategia di comunicazione integrata e multicanale è possibile intercettare i volontari, i potenziali donatori e tutti coloro che possono e vogliono sostenere gli Enti del Terzo Settore e la loro azione solidale. Le associazioni e gli enti Non Profit possono in questo modo trarre enormi benefici per raccontare le proprie campagne, nonché per reperire fondi e organizzare campagne di crowdfunding e peopleraising.

Nell'era del neoliberalismo e della cultura del branding, l'utilizzo di strumenti tecnologici e digitali si allarga a contagiare la comunicazione sociale. Pertanto acquista un'importanza significativa il fatto di essere credibile e rilevante agli occhi dei potenziali clienti e portatori di interesse. Una delle tecniche maggiormente utilizzate è quella dello storytelling che esula dalla dimensione dei valori per focalizzarsi sui soggetti protagonisti e sulle loro storie, attraverso l'utilizzo di un linguaggio realistico in cui compaiono elementi che certificano l’impegno reale e concreto degli enti rispetto alle promesse fatte ai propri destinatari.
Al giorno d'oggi la comunicazione si gioca principalmente su Facebook e Youtube, ma le varie organizzazioni non riescono a sfruttare appieno le potenzialità dei social network. Secondo una ricerca promossa dall'Università Iulm basata su un campione di 800 realtà, il 63% ha una pagina Facebook, il 32% ha aperto un canale su Youtube e il 24% ha un account su Twitter, ma nonostante i follower, non aumenta il livello di interazione e di engagement, inteso quest'ultimo come la capacità di suscitare emozioni da parte degli utenti, attraverso la creazione di relazioni sociali e senso di appartenenza.

A tal riguardo Cesvot ha pubblicato un working paper, intitolato I social media per il terzo settore

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