La comunicazione sociale negli ultimi anni ha ampliato il suo raggio d’azione per promuovere tutte quelle iniziative che sono finalizzate al benessere della collettività. La sua definizione smette quindi di essere definita solo in termini negativi come una comunicazione estranea alla logica di mercato e si inserisce nella sfera della promozione dei valori e dei diritti.

Sempre più la componente valoriale dei prodotti e dei servizi sta diventano un fattore competitivo, non solo per le organizzazioni del terzo settore ma per le stesse imprese profit. Basti pensare alle attività di responsabilità sociale d’impresa con cui molte aziende cercano di legare l’immagine del proprio brand a valori come la sostenibilità sociale e ambientale. Questi trend di mercato rispecchiano in particolare il Dna delle organizzazioni del settore Non Profit che hanno l’esigenza di comunicare in maniera efficiente e riconoscibile le proprie attività.

Alle organizzazioni chiamate a fronteggiarsi con questa opportunità risulta efficace l’uso della
metodologia dello Storytelling, perché riesce a promuovere e valorizzare le relazioni già presenti tra l’organizzazione, il territorio e le persone coinvolte a diversi livelli.
Lo Storytelling, termine inglese con cui si usa indicare una tecnica per comunicare attraverso
racconti, è una metodologia in grado di generare un nutrito coinvolgimento degli interlocutori
attraverso il forte potere della narrazione.
Lo Storytelling come strategia comunicativa diventa per l’organizzazione che la applica l’occasione
per:

  • leggere la realtà organizzativa, sociale ed economica che la circonda nella logica di previsione e interpretazione dei fenomeni narrativi (componente strategica);
  • lavorare sul senso di identità dell’organizzazione (componente valoriale e identitaria);
  • espandere la rete di relazioni commerciali, organizzative, personali dell’organizzazione con la
    finalità di creare una comunità narrativa riconosciuta (componente sociale);
  • creare una capitale narrativo dell’organizzazione in cui la comunità si riconosca in un orizzonte di senso condiviso basato non solo sul valore economico ma soprattutto su quello simbolico (componente simbolica).

A ognuna di queste componenti sul perché fare Storytelling, corrispondono altrettante competenze che sono fondamentali per creare un piano di Storytelling che preveda un team di lavoro e un piano strategico. Le cosiddette Storytelling skills necessarie per il piano di Storytelling si possono suddividere in 3 categorie:

  • Ideazione di una strategia narrativa (definire l’obiettivo di comunicazione; elaborare il messaggio da veicolare e indagare la comunità di persone a cui il messaggio si rivolge);
  • Scrittura del racconto (creare una parabola narrativa coinvolgente; scrivere una sceneggiatura; selezionare lo strumento narrativo adeguato);
  • Condivisione e diffusione della storia (scegliere i canali di comunicazione; analizzare le risorse
    disponibili incluso il budget e la risorsa tempo).

La pratica di queste competenze permette alle narrazioni d’impresa di risultare efficaci per le grandi e piccole organizzazioni, a patto che venga seguito un metodo e una progettualità ben definiti e allo stesso tempo si lasci spazio all’arte e alla creatività.

ConfiniOnline, per approfondire queste competenze e skill, organizza il corso di formazione Storytelling per il Non Profit. Strategie creative di comunicazione sociale il prossimo 11-12 ottobre a Padova.

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