Negli ultimi anni, sul territorio nazionale, sono sempre più numerose le cooperative sociali e le imprese agricole che dimostrano un crescente interesse per l'organizzazione di percorsi innovativi di inclusione socio-lavorativa, rispondendo ai tradizionali sistemi di assistenza sociale. Quello che vi raccontiamo oggi, è il progetto “(ri)Abilita - Agricoltura sociale per l’inserimento lavorativo di giovani dell’area penale”, realizzato dalla Cooperativa sociale Semi di Vita e Intesa Sanpaolo.

Si tratta di un'iniziativa che si sviluppa su un arco temporale di due anni, ha l’obiettivo di sostenere il percorso di formazione e inserimento lavorativo in agricoltura sociale di circa 20 ragazzi, promuovendo opportunità di riscatto destinate a giovani detenuti presso l’Istituto Penale per Minorenni Fornelli di Bari e ragazzi sottoposti a misure alternative alla detenzione presso Comunità del territorio.

Nello specifico i ragazzi verranno inseriti all’interno dei progetti di agricoltura sociale della Cooperativa Semi di Vita, tra i quali: “La Fattoria dei Primi”, un’iniziativa avviata su un terreno di 26 ettari confiscati alla criminalità organizzata a Valenzano nella città Metropolitana di Bari e aggiudicato nel 2018 dal Comune alla Cooperativa e nell’orto sociale nel quartiere periferico di Bari
Japigia, che Semi di Vita ha avviato nel 2014 realizzando opportunità di rinascita comunitaria in un’area particolarmente complessa della città.
Prenderanno inoltre parte al progetto “Cardoncelleria Fornelli”, supportato dal Ministero della Giustizia, che prevede entro il 2021 la realizzazione di una serra di 330 mq per la coltivazione di funghi cardoncelli e di un laboratorio di confezionamento di 70 mq all’interno dell’Istituto Penale per Minorenni Fornelli di Bari. Presso la Cardoncelleria, Semi di Vita darà vita alla produzione coinvolgendo direttamente i giovani detenuti in un programma formativo che prevede l’acquisizione di nozioni teoriche e pratiche in campo agricolo, economico e di gestione aziendale.

(Ri) Abilita si innesta così all’interno di queste tre importanti esperienze e iniziative sociali, grazie alle quali i ragazzi coinvolti trovano un contesto in cui apprendere le basi per un mestiere del futuro e occasioni per un pieno reinserimento nella comunità.

Il Progetto (ri) Abilita risponde così all’esigenza di reinserimento sociale di ragazzi ai margini, un processo indirizzato alla riconquista della dignità sociale e culturale attraverso il lavoro, strumento indispensabile per migliorare la qualità della vita e per offrire opportunità concrete come confermano anche alcuni dati. Secondo uno studio effettuato dal Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria (DAP), la percentuale dei recidivi fra coloro che scontano una pena in carcere è del 68%, valore che scende al 19% nel caso di coloro che scontano una pena alternativa, a conferma del fatto che i detenuti che hanno avviato esperienze di lavoro registrano una sensibile riduzione del tasso di recidiva. (fonte: Ministero della Giustizia).

“Con il progetto (ri) Abilita sviluppato a Bari, Intesa Sanpaolo conferma il proprio impegno in termini di responsabilità sociale e interviene su importanti nodi strutturali della missione Inclusione e Coesione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, promuovendo il lavoro come forza riabilitante per giovani in condizioni di fragilità, realizzando una vera e propria scommessa educativa e facilitando la rigenerazione di beni comuni. Sosteniamo l’azione del Terzo Settore in un importante territorio del Sud Italia, all’interno di un percorso che abbiamo intrapreso da tempo e che ci vede operare al fianco delle migliori realtà del Paese in ambito sociale” ha dichiarato Elena Jacobs, Responsabile Valorizzazione del Sociale e Relazioni con le Università di Intesa Sanpaolo.

"Dare una possibilità a giovani dell'area penale di potersi riscattare attraverso il lavoro è per noi una missione molto importante. Avere Intesa Sanpaolo come partner a sostegno del progetto con le azioni previste da (ri)Abilita ha dato alla nostra cooperativa la possibilità di accelerare i processi di inserimento lavorativo sui terreni confiscati alla criminalità organizzata. Una chance importante per il territorio e la comunità per cui operiamo, volta a lasciare il mondo migliore di come l'abbiamo trovato" ha commentato Angelo Santoro, Presidente Cooperativa Sociale Semi di Vita.

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