Si tratta del progetto di agricoltura sociale Gerla 2.0: ottomila bulbi e 5 mila “mezzanelle” di zafferano messi a dimora nel mese di agosto, per poi coinvolgere i cittadini nella raccolta collettiva autunnale. Lo scopo è quello di sensibilizzare i cittadini sul progetto di agricoltura sociale che ha come obiettivo l’accompagnamento al lavoro di persone con disabilità o in condizione di marginalità sociale.

Il progetto Gerla 2.0 coinvolge diverse realtà sociali: Passi e Crinali, Legambiente Lombardia, i Comuni di Rho e di Pregnana Milanese, Ser.Co.P., l'impresa sociale Arca Service, le cooperative sociali Koiné e CoopeRho, e si sviluppa con il contributo di Fondazione Cariplo. 
Sono stati messi a dimora, nel mese di agosto,  in tre campi tra Pregnana Milanese, Rho ed Arluno, ben ottomila bulbi (o meglio, cormi) e 5 mila “mezzanelle” (cormi di dimensioni più piccole) di zafferano. Un gruppo 10 educatrici, educatori e operatori agricoli, 3 tirocinanti e 2 inserimenti lavorativi, 9 volontarie e volontari hanno supportato nella piantumazione dei bulbi in 7 giornate di lavoro, dando loro strumenti pratici e organizzativi. Tra il lavoro fatto lo scorso anno e l’impianto di quest'anno, si punta a superare una produzione di 100 grammi di zafferano con oltre 15mila fiori raccolti ed essiccati nell’arco di circa 3 settimane. Inoltre, come dichiara Michele Giussani di Passi e Crinali, capofila del progetto Gerla 2.0 - questo periodo non li ha visti attivi solo sul fronte zafferano: “avvio degli apiari, lavoro con le comunità territoriali, accompagnamento delle persone fragili e vulnerabili al lavoro, formazione e dialogo con gli agricoltori locali, attività di sensibilizzazione e di educazione agroecologica nelle scuole”.

L'obiettivo principale del progetto è  l’accompagnamento al lavoro di persone con disabilità o in condizione di vulnerabilità o marginalità sociale, grazie ad un percorso formativo volto all’avvio di tirocini e inserimenti lavorativi stabili e duraturi nel settore dell’agricoltura sociale. È anche un’occasione per la diffusione della cultura della terra, delle buone pratiche e dell’attenzione all’ambiente attraverso il coinvolgimento della comunità, rendendola più consapevole del valore dei cicli naturali, della filiera corta nella produzione alimentare e della necessità di sostenere la produzione locale per dare attenzione al territorio. 

Oltre allo zafferano Gerla 2.0 lavora anche alla produzione di miele, yogurt e piccoli dessert, in parte distribuiti nella ristorazione scolastica e in parte promossi attraverso gruppi di acquisto solidale e speciali corner dedicati alla vendita nei comuni aderenti.

Perché si chiama Gerla?

“La gerla è una cesta in legno, vimini o viburno intrecciati a forma di tronco di cono rovesciato, aperta in alto, usata per trasportare materiali vari; è munita di due cinghie, fettucce o spallacci di fusti di nocciolo per poter essere portata sulle spalle.” Il progetto prende questo nome poiché aspira a divenire veicolo di collegamento e “trasporto” tra chi produce in ambito agricolo e chi utilizza le materie prime. La Gerla viene e veniva utilizzata da tutti. È uno strumento semplice, funzionale ed economico, proprio come vorrebbe essere il progetto.


Fonte: Legambiente Lombardia 

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