Venerdì 1 ottobre è stato presentato il rapporto annuale “Noi doniamo”, curato dall'Istituto Italiano della Donazione (IID). Il dato interessante, nonché sintesi del rapporto è che “l'emergenza sanitaria ha assorbito la generosità degli italiani, distogliendo in parte risorse che tradizionalmente venivano destinate al non profit”. Una sintesi che spinge a interrogarsi sulle ragioni che ci muovono, come società civile, nella risposta a un bisogno/emergenza. Se dovessimo rispondere in tutta onestà alla domanda di un questionario sul dono, forse 'flaggeremmo' l'opzione “Sì, ma solo se mi tocca da vicino”.

Il Rapporto annuale “Noi doniamo”, curato dall'Istituto Italiano della Donazione (IID) in occasione del Giorno del Dono del 4 ottobre, indaga lo stato dell'arte delle tre principali tipologie di dono: la donazione di capacità e tempo (volontariato), la donazione economica (denaro) e quella biologica (sangue, organi etc.). Per ciascuno di tali ambiti il Rapporto misura le pratiche donative e la propensione al dono degli italiani con dati generali accompagnati da approfondimenti svolti da diversi punti di vista.

“Il 2020 ha testato la capacità della società italiana di resistere ad una crisi senza precedenti – spiega il presidente dell'IID Stefano Tabò – perché l'emergenza sanitaria ha assorbito la generosità degli italiani, distogliendo in parte risorse che tradizionalmente venivano destinate al non profit. Il quale è stato a fianco delle sue comunità per sostenerle sia sul fronte sanitario sia su quello sociale. Un'azione che è costata molte risorse e che è stata solo in parte compensata dall'impegno dei cittadini. Le pratiche di dono in Italia non variano sensibilmente e la quota di coloro che donano denaro, fanno volontariato o donazioni biologiche è sempre minoritaria e vive un trend di lenta decrescita da molti anni. Invertire questa rotta è una delle sfide cruciali per il non profit e il periodo che abbiamo di fronte servirà a mettere alla prova la sua capacità di sensibilizzare i cittadini e intercettare la loro generosità”.

Riportiamo di seguito la sintesi della presentazione del rapporto pubblicata dall'IID per le tre tipologie di dono che sono state analizzate.

Donazioni economiche: la bolla emergenziale colpisce il non profit

“Noi doniamo” valuta il comportamento donativo tramite versamento di denaro per buone cause e in particolare per il non profit, utilizzando diverse fonti: l'indagine sulle Raccolte Fondi dell'Istituto Italiano della Donazione, condotta in collaborazione con CSVnet, le rete dei Centri di Sevizio per il Volontariato, che traccia una fotografia approfondita sulle raccolte fondi del non profit; le ricerche BVA Doxa: “Italiani solidali” su un campione di 2000 individui attraverso interviste personali e il Tracker settimanale BVA Doxa che ha interrogato la popolazione di 18 anni e più con accesso ad Internet sull'impatto della pandemia su tutti gli aspetti della vita degli italiani; l'indagine multiscopo sulle famiglie “Aspetti della vita quotidiana (AVQ)” condotta da Istat su un campione di 25.000 italiani residenti in 800 comuni; l'Italy Giving Report di Vita Non Profit Magazine.

La generosità degli italiani nel 2020 ha visto un complessivo incremento dovuto all'emergenza sanitaria e alle tante iniziative volte a contenerla, ma l'emergenza stessa ha provocato un drenaggio importante di risorse dalle classiche cause su cui gli italiani praticano la loro solidarietà economica attraverso le organizzazioni non profit (onp) ad altri destinatari (come la Protezione civile, gli ospedali etc.).

L'indagine “Italiani Solidali” di BVA Doxa ci regala uno spaccato inedito dei donatori cosiddetti informali, ma anche una chiave di lettura dell'impatto della pandemia sulle pratiche complessive di donazione (verso onp e informali). Nel 2020 la quota di cittadini che hanno effettuato donazioni informali (non passando tramite associazione: donazioni alla Messa, elemosina per strada, raccolte informali a carattere religioso e non, donazioni per la scuola etc.) registra un calo rilevante passando dal 41% del 2019 al 33% del 2020. Ciò è dovuto sicuramente alla minore densità di occasioni dove esercitare tale forma di solidarietà (prima di tutto la Messa). Le donazioni alle onp sono passate dal 26% del 2019 al 21%, un calo dovuto appunto al drenaggio di risorse dalle onp all'emergenza.

Una lettura che è suffragata dai risultati dell'indagine sulle raccolte fondi del non profit dell'Istituto Italiano della Donazione, che è stata arricchita – fin dalla primavera del 2020, contestualmente all'esplosione della pandemia – da una rilevazione specifica sull'impatto della pandemia stessa. Si registra una preponderanza di onp che hanno dichiarato di aver raccolto meno fondi (l'81,8% del campione rappresentato da circa 350 onp di tutta Italia).

Solo una quota minoritaria del non profit (14,8%) non ha subito variazioni dall'emergenza. L'indagine dell'Istituto Italiano della Donazione registra un calo inedito rispetto alle precedenti edizioni: la raccolta fondi diminuisce per il 54,5% delle onp, è invariata per il 20,5% e in aumento per il 25%. In netto calo anche la raccolta da aziende (diminuita per il 36,4% e invariata per il 58%) e quella da privati cittadini (diminuita per il 45,5% e invariata per il 37,5%), mentre dalle Fondazioni erogative è aumentata per il 26,1% delle onp e diminuita solo per il 14,8%.

Anche il 2021 conferma il trend negativo: è del 43% la quota di organizzazioni che stima di chiudere il 2021 con una diminuzione delle entrate moderata o consistente. In mezzo ad un quadro di crisi per le entrate da raccolta fondi delle onp emerge qualche elemento positivo: per un 28,4% di loro sono aumentate nel 2020 le donazioni online.

Il volontariato in difficoltà

Anche la donazione di tempo e capacità, cioè di volontariato, è stata messa alla prova dalla pandemia. I lockdown più o meno restrittivi hanno impattato fortemente sulla possibilità stessa di fare volontariato degli italiani: secondo l'indagine AVQ Istat la quota di coloro che hanno svolto attività gratuite in associazioni è calata dal 9,8% al 9,2%. Stessi trend di diminuzione sono registrati da altre indagini: quella sull'impatto del Covid condotta da IID aveva già rilevato una quota pari al 45% delle organizzazioni interpellate che era stata costretta ad interrompere le proprie attività coi volontari e un ulteriore 23% si era dovuta riorganizzare con attività online.

L'impatto sulle donazioni biologiche

Anche sul fronte delle donazioni biologiche gli impatti della pandemia sono stati preoccupanti: il numero di coloro che hanno donato il sangue nel 2020 è calato del 3.4% rispetto al 2019 secondo i dati forniti dal Centro nazionale sangue, e la quota di nuovi donatori diminuita del 2%. Qualche segnale positivo arriva invece dalla donazione di plasma e piastrine in aferesi i cui donatori sono stati in aumento nel 2020 del 7,5%: l'effetto è stato principalmente causato dalle campagne di sensibilizzazione alla donazione di plasma iperimmune per la cura dei sintomi da Covid-19. Complesso è stato anche l'impatto della pandemia sulle donazioni di organi e midollo. L'emergenza sanitaria ha provocato un calo dei trapianti di organi e tessuti. Lieve calo anche dei consensi alla donazione degli organi sui rinnovi dei documenti di identità passati dal 68% del 2019 al 66,4% del 2020. Il 46,7% di coloro che rinnovano il documento di identità non si è comunque espresso.

Il Rapporto, scaricabile qui, è stato presentato venerdì 1 ottobre a Roma al CNEL nell'ambito degli eventi organizzati in occasione del Giorno del Dono 2021 previsto per legge il 4 ottobre di ogni anno. Oltre ai curatori e contributori dello studio, hanno partecipato il presidente dell'Istituto Italiano della Donazione Stefano Tabò, la presidente di CSVnet Chiara Tommasini e il Direttore Rai per il Sociale Giovanni Parapini. 

Il Rapporto conta sulla collaborazione di diversi enti e esperti sul tema. Gli approfondimenti tematici sono stati curati da di Valeria Reda (Senior Research Manager BVA Doxa e Responsabile della ricerca Italiani Solidali), Paolo Anselmi, Presidente Walden Lab, Giovanni Sarani dell'Osservatorio di Pavia, Sabrina Stoppiello, Responsabile Censimento Permanente delle istituzioni non profit Istat e dalle associazioni Fidas e Aido.

È interessante, dunque, riflettere su quale sia la nuova frontiera delle donazioni e quali strumenti utilizzare per intercettare i donatori. Su questo, ci hanno dato alcune nozioni importanti Fabio Salvatore e Simone Giarratana, durante il corso online “Donatori Online: come trovarli, convincerli, tenerli” .

 

È possibile scaricare il rapporto qui.

Fonte: Istituto Italiano della Donazione 

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