Il progetto “PAGELLA IN TASCA – Canali di studio per minori rifugiati”, lanciato da INTERSOS, mira a promuovere l’ingresso con un visto per studio di 35 minori non accompagnati attualmente rifugiati in Niger, affinché possano avere l’opportunità di venire in Italia a studiare senza dover rischiare la vita su un barcone nel Mediterraneo.

Come riporta l'illustrazione sul sito di INTERSOS, l'iniziativa nasce “in memoria del ragazzo di 14 anni senza nome, trovato con la pagella cucita in tasca, tra le mille vittime del naufragio del 18 aprile 2015 nel canale di Sicilia. Perché nessun altro ragazzo che fugge dal proprio Paese, con il sogno di venire a studiare in Europa, debba morire nel Mediterraneo”.

Si tratta di un progetto pilota finalizzato a sperimentare un nuovo canale di ingresso regolare e sicuro fortemente innovativo rispetto ai canali ad oggi attivi (corridoi umanitari, resettlement ecc.), in quanto:

  • specificatamente dedicato alla protezione dei minori non accompagnati, attualmente esclusi dai corridoi umanitari da paesi extra-UE e dalla maggior parte degli altri canali di ingresso;
  • finalizzato alla promozione del diritto allo studio, in quanto diritto riconosciuto a tutti i minori dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, e fondato sul rilascio di un visto di ingresso per studio, previsto dalla legge italiana per minorenni tra i 15 e i 17 anni, ma ad oggi mai utilizzato per promuovere l’ingresso di minori rifugiati;
  • basato sulla “community sponsorship”, attraverso il coinvolgimento delle famiglie affidatarie e dei tutori volontari, oltre che delle organizzazioni del privato sociale, nell’accoglienza e nella promozione dei percorsi di inclusione sociale dei minori, e quindi con una forte partecipazione della società civile accanto alla presa in carico istituzionale.

Questo progetto è solo una goccia nel mare: 35 minori entreranno in Italia con un canale di ingresso regolare e sicuro, a fronte di più di 700 persone morte nel Mediterraneo centrale nei primi sei mesi del 2021 e più di 13.000 persone intercettate e riportate forzatamente in Libia mentre cercavano di fuggire dalla guerra, dalle violenze e dalle torture. Questo progetto pilota è però anche un primo passo importante. L’apertura di un nuovo canale di ingresso, infatti, potrà consentire in futuro anche ad altri minori non accompagnati di entrare in Italia in modo protetto. E l’accoglienza in famiglia di questi minori rifugiati potrà portare nelle nostre comunità un messaggio culturale di apertura e di accoglienza, fondato non solo sulle parole ma su esperienze concrete vissute insieme.

 

Maggiori informazioni sul progetto e per valutare la possibilità di accogliere in affidamento un minore rifugiato sul sito ITERSOS.

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