Il 1° dicembre ricorre  la Giornata mondiale contro l'Aids. Lo slogan che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha scelto quest'anno è “Stop alle diseguaglianze”, perché assicurare a tutti l'accesso a test per l'HIV e alle terapie antiretrovirali è il solo modo per porre fine all'epidemia. 

La scelta dello slogan è in linea con l'emergenza CoViD-19, che  ha reso ancora più difficile l'accesso ai servizi per la prevenzione e la cura dell'Aids, soprattutto nelle zone in cui questa malattia colpisce più duramente. Anche perché, proprio nei Paesi più in difficoltà, i vaccini contro la CoViD stentano ad arrivare ai malati di Aids, che hanno difese immunitarie basse e sono quindi ad alto rischio anche per la nuova malattia.

A quarant'anni da quando sono stati segnalati i primi casi di Aids, l'HIV resta ancora una minaccia molto forte. Nel mondo vi sono oggi circa 37,7 milioni di persone che vivono col virus (perché sieropositivi o malati), e due su tre sono in Africa, dove si registra anche il 70% dei decessi.  
In occasione della Giornata Mondiale contro l'Aids, l'UNAIDS https://www.unaids.org/en - il Programma delle Nazioni Unite per l'HIV e l'Aids istituito con l'obiettivo di accelerare, intensificare e coordinare l'azione globale contro l'Aids - ha sottolineato l'urgente necessità di porre fine alle disuguaglianze economiche, sociali, culturali e legali come principale azione per porre fine all'Aids entro il 2030. 

In Italia le persone che vivono con l'HIV sono 120-130.000 e nel 2020 si sono registrate 1.303 nuove diagnosi. È un dato in costante calo dal 2012, anche se le cifre dell'ultimo anno sono state condizionate dalla pandemia, che ha limitato l'accesso ai test. La fascia d'età più colpita è quella fra i 25 e i 29 anni e l'80% dei nuovi sieropositivi è di sesso maschile.

L'Aids è una malattia causata dal virus HIV, che attacca le cellule del sistema immunitario. Il contagio avviene per contatto con sangue infetto oppure tramite i rapporti sessuali, e può trasmettersi dalla madre al figlio durante la gravidanza. Il preservativo previene il contagio per via sessuale, mentre le terapie antiretrovirali somministrate alle donne sieropositive limitano fortemente il rischio che il feto contragga il virus. Gli antiretrovirali vanno presi per tutta la vita, perché non esistono farmaci che permettano di guarire dalla malattia. 

L'informazione sul virus, sulla prevenzione, così come sulle terapie non hanno ancora la diffusione necessaria. Sono ancora troppi i pregiudizi e i tabù che ruotano attorno a questa malattia.
La ricorrenza è dedicata ad accrescere la coscienza della epidemia mondiale di Aids dovuta alla diffusione del virus HIV, per il quale la ricerca di un vaccino non ha per ora prodotto i risultati sperati. L'invito è dunque quello di diffondere informazione e prevenzione.

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