In questa settimana di forte abbassamento delle temperature in tutta Italia, non si può fare a meno di pensare alla tragica situazione delle persone senza tetto o senza fissa dimora. A Milano, sono una ventina le associazioni come Progetto Arca, che dal lunedì al venerdì si dedicano al servizio di strada portando coperte e un pasto caldo a queste persone. A Napoli, dall'8 al 12 dicembre, la linea 1 della metropolitana è stata aperta per accogliere i senza tetto.

Secondo i dati Istat, in 10 anni in Italia le persone senza fissa dimora sono passate da 125mila a 500mila unità. Oltre mezzo milione di persone "invisibili" che fanno invece parte della popolazione nazionale e che necessitano di cure e di sostegno. Al di là del dovere morale di sostegno agli ultimi, è interesse della collettività tutta affrontare questo problema, facendo luce su un fenomeno spesso circondato da pregiudizi e retorica.

Le persone senza fissa dimora hanno diritto ad avere una residenza anagrafica, stabilita secondo parametri diversi dalla registrazione di residenza nel Comune, ma questa residenza “fittizia”, se non accompagnata da un servizio che consenta l'effettiva reperibilità della persona, non è sufficiente a garantire l'accesso ad altri diritti.  
Si pensi all'iscrizione al Sistema Sanitario per usufruire dell'assistenza del Medico di famiglia o alla compilazione dell'ISEE o alla presentazione della domanda di accesso all'Rdc. Assicurare una rete integrata di servizi per queste persone non è affatto semplice per le politiche, sebbene sia questo l'obiettivo della costruzione dei Centri servizi per il contrasto alla povertà prevista dal PNRR.  In assenza di servizi che possano orientare e accompagnare nelle procedure di richiesta, difficilmente le persone maggiormente in difficoltà accederanno alla misure.

La cornice all'interno della quale si inserisce il “Piano Nazionale degli interventi dei servizi sociali 2021-2023” è quella di un sistema “attualmente ancora frammentato e non in grado di offrire, sull’intero territorio nazionale, la certezza della presa in carico di coloro che si trovano in condizioni di bisogno e di promuovere quella coesione sociale e quella 'resilienza' che sono emerse con forza, negli anni più recenti, come elementi imprescindibili”.
Il Piano, definisce obiettivi delle politiche e allocazione delle risorse e  mira a promuovere sul territorio la partecipazione delle reti di cittadinanza, coniugando welfare e sviluppo della democrazia. Tuttavia, la soluzione al problema è come sempre il risultato di una collaborazione ibrida tra servizio pubblico e organizzazioni del Enti del Terzo settore, comprese quelle di volontariato. Il supporto delle comunità e soprattutto della capillarità del Terzo settore e della fitta rete di volontari attivi in tutto il territorio nazionale, è indispensabile.

Esempi di reti impegnate quotidianamente al servizio degli ultimi li troviamo in tutta Italia, da nord a sud. A Napoli, dall'8 al 12 dicembre, oltre alla formazione di un gruppo operativo composto da rappresentanti di Unità di strada, Asia, Napoli Servizi e Polizia locale per garantire il supporto alle persone senza dimora, l'Amministrazione comunale ha aperto le stazioni della Linea 1 della metropolitana. È previsto inoltre l'ampliamento della struttura di accoglienza di via Bernardo Tanucci con la disponibilità all'accoglienza notturna per 15 persone. 

A Milano, invece, c'è una rete di circa una ventina di associazioni impegnate a raggiungere il notevole numero di persone che vivono all'addiaccio.
I volontari di Progetto Arca sono circa un centinaio e dal lunedì al venerdì fanno dei turni per portare un pasto caldo e delle coperte. Lavorano in rete con le altre associazioni per coprire tutta la città. Come spiega Alice Giannitrapani, responsabile dei volontari di Progetto Arca, «Al di là dell’aiuto concreto che i gruppi delle Uds cercano di dare: un pasto caldo, un sacchetto con la colazione della mattina dopo, un kit igienico e uno di gel e mascherina, sacchi a pelo e coperte, l’opera principale dei volontari è un lavoro relazionale».
I volontari presentano sempre le diverse alternative presenti a Milano, per invitare queste persone a non dormire in strada, specie d'inverno. Ma ci sono circa 300/400 persone che si rifiutano di andare nei dormitori.

Un'altra iniziativa promossa da Progetto Arca è il tradizionale concerto gospel, tenutosi domenica 12 all'Abbazia di Mirasole, che ha l'obiettivo di raccoglie fondi per donare alle persone senza tetto un coperta. «In una casa una coperta può durare anni, ma in strada, per chi dorme sotto i portici del centro «sono oggetti che si usurano molto velocemente. Basta una notte di pioggia per rendere la coperta inutilizzabile» spiega Alice Giannitrapani. «Noi abbiamo sempre delle scorte, ma c’è sempre bisogno di una coperta in più».

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