I centri aggregativi dedicati ai più giovani rappresentano dei veri e propri presidi territoriali insostituibili nelle politiche di contrasto della povertà educativa e nel favorire la crescita delle comunità educanti sul territorio. Soprattutto nella fase di uscita dall’emergenza pandemica, il ruolo ricoperto da questi centri diviene ancor più cruciale. In generale, nel nostro Paese, oltre a una grande disparità territoriale per quel che riguarda la loro diffusione, negli ultimi due anni, giocoforza la situazione pandemica, si sono ridotte enormemente le occasioni di incontro e scambio tra i ragazzi, diminuendo consequenzialmente la possibilità di sviluppare una socialità ricca di aspirazioni e capace costruire progetti. Nell'ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa, Con i Bambini, ha stanziato un bando di 20 milioni di euro per la creazione o il potenziamento di “spazi aggregativi di prossimità” per ragazzi e ragazze tra i 10 e i 17 anni.

L’obiettivo è offrire opportunità formative e socializzanti, anche in un’ottica di prevenzione del disagio giovanile, promuovendo il protagonismo e la partecipazione attiva dei ragazzi e delle ragazze, lo scambio tra pari e il coinvolgimento della “comunità educante”. Il bando scade il 18 marzo 2022 e mette a disposizione complessivamente 20 milioni di euro.

«È sempre più evidente il ruolo della comunità educante per l’efficacia del contrasto della povertà educativa e per la crescita di ragazzi e ragazze – sottolinea Marco Rossi-Doria, presidente di Con i Bambini. Nell’accompagnare oltre 400 cantieri educativi nel Paese, mettendo in rete più di 7 mila organizzazioni tra Terzo settore, scuole e istituzioni, abbiamo imparato ancora una volta che i ragazzi e le ragazze non sono “destinatari” bensì protagonisti primi della riconquista del proprio futuro, in particolare nei contesti difficili. Gli spazi aggregativi di prossimità – prosegue Rossi-Doria - costituiscono i luoghi dove dare parola ad aspirazioni, costruire progetti per organizzare, insieme ai coetanei, la loro realizzazione, imparando facendo, attraverso un dialogo tra pari e con altre generazioni, nutrendo solidarietà e inclinazioni». 

Le proposte dovranno essere presentate da partenariati composti da un minimo di 3 organizzazioni, di cui almeno 2 di Terzo settore e il Comune in cui verrà realizzato il progetto. Potranno, inoltre, far parte del partenariato il mondo delle istituzioni e dei sistemi regionali di istruzione e formazione. Ogni organizzazione potrà presentare una sola proposta, in qualità di soggetto responsabile, o prendere parte ad una sola proposta in qualità di partner. Fanno eccezione unicamente le amministrazioni locali e territoriali (comuni, regioni, ASL, ecc.), le università e i centri di ricerca che possono partecipare, in qualità di partner, a più proposte. 

Saranno valutate positivamente le proposte innovative e flessibili, volte ad arricchire e qualificare l’offerta educativa e culturale dei territori di intervento, garantendo reali possibilità di accesso a servizi di qualità ed eque opportunità di sviluppo delle life skills. Inoltre, si sottolinea, l’assoluta necessità della presenza, fin dalla fase di presentazione della proposta, di un immobile idoneo da valorizzare, attorno al quale il progetto dovrà ruotare e svilupparsi.

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