Oggi vi presentiamo il libro “Volontariato aziendale multicanale” di Stefano Martello e Salvatore Rimmaudo, un volume che, rivolgendosi sia alle organizzazioni Non profit sia alle aziende profit, affronta criticità e aspetti positivi di un modello in espansione ma che deve imparare a co-progettare e affrontare la sfida digitale.

Un tentativo ben riuscito per mettere a terra una prospettiva illuminante per il futuro. 
E’ questa la prima impressione che si ricava dalla lettura di un libro denso e interessante, per nulla tecnico nonostante il titolo impegnativo e, al contrario, fluido e consequenziale nei contenuti declinati, validi e spendibili per chi già conosce il volontariato aziendale e, in egual misura, per chi ne ha solo sentito parlare.

“La saggistica, soprattutto rivolta al Terzo Settore” esordisce Salvatore Rimmaudo “non deve mai essere alta ma sempre ben calibrata sui pubblici a cui si rivolge; è forse questo il maggiore sforzo intellettuale che abbiamo dovuto assolvere in queste pagine”.
Prosegue Stefano Martello, rimarcando che “d’altronde il nostro obiettivo era quello di legittimare, dati alla mano, una metodologia ancora in progess, già ben conosciuta dalle grandi realtà, ma ancora poco praticata dalle piccole”.

L’intento degli autori è plasticamente visibile nello scorrere delle pagine, nel momento in cui si interroga sulla metodologia in esame con un occhio sempre rivolto alle incongruenze e alle miopie del presente, prefigurando soluzioni immediatamente spendibili. 
Accanto alla narrazione se vogliamo istituzionale se ne affianca poi un’altra, altrettanto propositiva, sul volontariato aziendale digitale, nato nei giorni della pandemia come vera e propria soluzione di emergenza per fronteggiare le restrizioni adottate contro il Covid-19.
In questo senso la posizione del libro è netta: non esiste alcun volontariato aziendale digitale, se non accompagnato da una componente fisica in grado di assicurare la nascita generale di un modello naturalmente multicanale.

“Lo scriverlo”, sostengono gli autori, “non lo rende automaticamente facile da applicare; per questo abbiamo ritenuto utile definire dei veri e propri schemi comportamentali per le aziende e per le organizzazione non profit individuando delle priorità ineludibili a fronte di una struttura generale che deve conservare un certo grado di flessibilità nell’aggregare aspettative e potenzialità estremamente differenti”.

Insomma, un libro concreto e, per certi versi, cinico nel definire il perimetro di azione rispetto al volontariato aziendale. Sperabilmente multicanale.

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