La tanto agognata Riforma del Terzo Settore potrebbe dare un nuovo impulso al discorso sempre acceso sul ruolo degli Enti del Terzo Settore (ETS) nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) Italia Domani. In particolare, due sono gli aspetti della Riforma che ci sembra possano contribuire a risolvere alcuni bug presenti nel Piano: 1) Ampliamento della visione tradizionale dei settori di interesse e di intervento del Terzo Settore; 2) Rafforzamento della cornice normativa che regola le relazioni tra ETS e pubblica amministrazione. Vediamoli insieme.

Ampliamento della visione tradizionale dei settori di interesse e di intervento del Terzo Settore

 La razionalizzazione operata dalla Riforma ha portato all’introduzione di nuovi settori di attività di interesse generale, fra i quali si segnalano: “attività commerciali, produttive, di educazione e informazione, di promozione, di rappresentanza, di concessione in licenza di marchi di certificazione, svolte nell'ambito o a favore di filiere del commercio equo e solidale; comunicazione a carattere comunitario; alloggio sociale; accoglienza umanitaria ed integrazione sociale di stranieri; agricoltura sociale; adozioni internazionali; riqualificazione di beni pubblici inutilizzati o di beni confiscati alla criminalità organizzata”. Questa tassonomia allargata può essere il volano per un maggior ruolo e contributo degli ETS anche in altre missioni del PNRR (oltre alla Missione 5- Inclusione e Coesione, in particolare Componente 2 dedicata a Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e Terzo Settore). Questo si allaccia anche al riconoscimento sempre più strategico delle imprese sociali all’interno del Terzo settore per un nuovo modello economico responsabile e solidale. 

Rafforzamento della cornice normativa che regola le relazioni tra ETS e pubblica amministrazione

L’attuale governance del Recovery Plan è stata oggetto di critiche e preoccupazioni da parte di diversi esponenti del Terzo Settore in quanto suscettibile di relegare i soggetti sociali ad un ruolo consultivo e/o di implementatori passivi. La Riforma, in questo senso, riconosce e norma il rapporto tra pubblica amministrazione ed enti del Terzo settore, coinvolgendo attivamente quest’ultimi nella programmazione e nella gestione di servizi ma anche definendo forme di cessione/concessione di beni ed immobili. 

L’interpretazione che offriamo di questi aspetti della Riforma non è ignara delle complessità e delle criticità applicative che seguiranno ma vuole offrire uno spazio di riflessione e apertura che gli ETS dovranno riempire di senso.

In ultimo, il PNRR ha portato non pochi aggiornamenti a quello che è l'ambito della progettazione e delle varie opportunità di finanziamento per il Terzo settore. A tal proposito, vi invitiamo a dare un'occhiata al corso online di 8 ore "Fondi Europei 2021-2027 e PNRR: le opportunità per il Terzo settore", in partenza il18 ottobre.

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