In un mondo in costante trasformazione, anche i modelli organizzativi, creati per raggiungere obiettivi e gestire relazioni, non possono restare statici. Come si definiscono e si misurano gli obiettivi? Quali strumenti abbiamo a disposizione? Domande classiche, che continuano a cercare risposte nuove.
Sempre più spesso operiamo in contesti dove le risorse – tempo e denaro in primis – sono limitate, gli imprevisti sono all’ordine del giorno e la missione sociale resta una priorità irrinunciabile. In questi scenari, avere obiettivi chiari diventa fondamentale per orientare il lavoro verso risultati concreti e misurabili.
Ci troviamo spesso a dover decidere senza tutte le informazioni necessarie, o al contrario, con un eccesso di dati disordinati e difficili da interpretare. Le situazioni che affrontiamo sono complesse, interdipendenti, e influenzate da molteplici fattori. “Raggiungere il risultato” (risolvere il problema) e non “semplicemente” rispettare conformità ad un piano/standard definito a priori rimane comunque il vero scopo e spesso serve sperimentare soluzioni nuove quando quelle già note non bastano più.
Gli strumenti manageriali tradizionali sono ancora validi? Molti di essi sono stati sviluppati in contesti più stabili e prevedibili. Oggi, invece, che il cambiamento è continuo e spesso ci capita di non sapere quale sia la direzione migliore, né dove vogliamo davvero arrivare. Serve quindi un nuovo approccio, capace di integrare informazione, esperienza, decisione e azione in modo dinamico.
Il modello lineare – conoscere, decidere, agire – non sempre funziona. In molti casi, è l’azione a generare conoscenza. Le neuroscienze ci confermano che attività cognitiva, emozione e comportamento sono inseparabili: conoscere e agire si influenzano reciprocamente.
Verso una gestione per obiettivi evolutiva Serve un approccio orientato agli obiettivi che non si limiti a indicare una meta e un percorso fisso, ma che permetta di ridefinirli nel tempo, valutando alternative e adattandosi alla realtà in continuo cambiamento. È una logica da “patchwork”, un’evoluzione per bricolage, che richiede flessibilità e capacità di auto-regolazione.
Il modello di Gestione per Obiettivi (GPO) – noto anche come Management by Objectives (MBO) – deve quindi superare la logica prescrittiva e aprirsi a una dimensione più adattiva. Dobbiamo imparare a bilanciare la pianificazione tradizionale con una visione circolare, dove obiettivi, azioni e risultati si ridefiniscono costantemente grazie al monitoraggio continuo.
Come ci ricorda Frederic Laloux in Reinventare le organizzazioni, il lavoro va affrontato nella sua dimensione evolutiva, accettando l’incertezza e valorizzando la capacità di apprendere facendo, ovvero Imparare a lavorare con la realtà nel suo divenire.
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Di tutto questo e molto altro ne parleremo nel corso online "Trasformare la gestione: un approccio orientato agli obiettivi per il Terzo Settore" che si terrà nelle seguenti date:
- Venerdì 26 settembre 2025 dalle ore 14:30 alle ore 16:30
- Lunedì 29 settembre 2025 dalle ore 14:30 alle ore 16:30
- Giovedì 2 ottobre 2025 dalle ore 14:30 alle ore 16:30
- Lunedì 6 ottobre 2025 dalle ore 14:30 alle ore 16:30
